Esiste un'auto di super lusso da un milione di euro... e se la compra un veneto

Esiste un'auto di super lusso da un milione di euro... e se la compra un veneto
BELLUNO - È una storia di successo, tanto lavoro e alla fine pure una soddisfazione grande così. Vedere il proprio sogno, il proprio progetto diventare...

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BELLUNO - È una storia di successo, tanto lavoro e alla fine pure una soddisfazione grande così. Vedere il proprio sogno, il proprio progetto diventare realtà. Giorgio Pirolo e Paolo Mancini ce l'hanno fatta. Dopo aver ideato e progetto una superauto, adesso hanno trovato pure un acquirente. È la vicenda dell'hypercar Asfanè DieciDieci di casa FV Frangivento. Un imprenditore veneto ha subito voluto acquistare l'auto di iper lusso dopo averla vista in moto alla presentazione avvenuta venerdì al Museo Nazionale dell'Automobile di Torino.



Ieri mattina la notizia, inattesa, ha lasciato tramortiti i due imprenditori. Dopo tre anni di presentazioni in lungo e in largo per l'Europa, di illusioni e delusioni, di difficoltà e di grandi investimenti, il designer bellunese Pirolo e il suo socio Mancini quasi non riuscivano a crederci. E' una storia di grandi sogni, di un'idea geniale, di tanta passione e perseveranza, la loro. Più del super acquisto milionario del facoltoso cliente, oggi a colpire è questo.
 
L'IMPRENDITOREL'acquisto non è ancora stato portato a termine, per questo i due soci sono restii a parlarne e a esultare troppo. Hanno imparato che la bottiglia si stappa a cose avvenute. Non possono negare, però, una forte emozione. «Quando abbiamo saputo che c'era una persona fortemente interessata subito abbiamo pensato ad qualcuno dagli Emirati o dalla Russia, invece no raccontano i due -, è un veneto molto appassionato di auto. Vogliamo conoscerlo». Non è un cliente qualunque, è chiaro. L'uomo ha creduto tanto nel progetto da voler essere il primo a possedere l'oggetto del desiderio di tanti collezionisti e appassionati di motori. Ha seguito Frangivento fin dai suoi primi passi, si è innamorato del prodotto e venerdì era presente, tra la folla al Mauto di Torino. Non si è fatto avanti, non ha parlato ai due imprenditori, ha ammirato come tutte le altre centinaia di persone e se ne è stato in disparte, per poi decidere di acquistarla il giorno seguente.
Il modello su cui il veneto ha messo gli occhi è quello presentato nel capoluogo piemontese l'Asfanè DieciDieci ma di colore DamaBianca. Un gioiello da oltre 1 milione di euro. Il disegno porta la firma di Pirolo, la realizzazione di Mancini. La scocca è in carbonio e alluminio, il telaio in alluminio e il prezzo varia da 900 mila euro a 2 milioni, a seconda delle personalizzazioni scelte. L'auto è un esempio di lusso e potenza ibrida da 1010 cavalli, 10 in più dell'ultima Ferrari, montata su quattro ruote Pirelli, con cambio automatico a 8 rapporti, trazione integrali, due motori elettrici sull'asse anteriore e un motore termico assemblato 5,4 V10 posteriore con turbocompressore volumetrico. È prodotta in serie limitata di 10 modelli.

IL SOGNONon è stato facile, questo è indiscusso. La prima cosa che viene da chiedere a Pirolo e Mancini, raggiunti al telefono ieri mattina mentre erano in viaggio verso Montecarlo, è come abbiano fatto a tenere duro in tanti anni di tentativi e di attese. «Abbiamo incontrato tanti millantatori in questi tre anni dall'avvio del progetto spiega Pirolo -. Abbiamo investito molto, autofinanziandoci completamente e non nego che i momenti di sconforto ci sono stati. Quando non raggiungevamo un obiettivo per mancanza di risorse, per esempio. Tuttavia non ci siamo dati per vinti creando passo per passo una realtà nuova, che non esisteva prima. Il nostro è un marchio giovane ma siamo riusciti a dargli credibilità e questa vendita ne è la prova. La credibilità l'abbiamo trasmessa con la nostra esperienza. Il mio socio, Mancini, viene da una famiglia che costruisce automobili da decenni ed è specializzata nella battitura dell'alluminio, mentre io lavoro da quindici anni nel campo del design e con aziende che producono auto».
Alessia Trentin Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino