La grande fuga degli autisti degli autobus: «Pagati poco, andiamo a guidare i camion». Sempre più passeggeri rischiano di restare a piedi

Autobus
Non sono “solo” due sfoghi (il secondo, dopo quello all’Atap è arrivato ieri e riguarda Arriva Udine), ma punte di iceberg. E scavando appena sotto la...

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Non sono “solo” due sfoghi (il secondo, dopo quello all’Atap è arrivato ieri e riguarda Arriva Udine), ma punte di iceberg. E scavando appena sotto la superficie di una denuncia sindacale, si capisce come ci sia una nuova emergenza nel mondo del lavoro del Friuli Venezia Giulia: tocca i trasporti e non manca molto perché gli effetti si sentano anche tra gli utenti finali, cioè i viaggiatori. Le aziende locali, infatti, sono colpite da un fenomeno che sta attraversando indistintamente quasi tutti i settori: c’è un’ondata di dimissioni, anche da parte di dipendenti storici, e i ricambi non si trovano. 


IL NODO


All’Atap di Pordenone, secondo una stima resa dalle organizzazioni sindacali, hanno lasciato il posto sicuro circa 15 autisti. «E il tutto nell’arco di un anno - spiega Edoardo D’Antonio della Cgil -, mentre i nuovi ingressi sono stati appena tre». Una decina, invece, gli autisti che hanno scelto di lasciare Arriva Udine (ex Saf) nello stesso periodo di tempo. Con zero ingressi in pianta organica. Una vera e propria fuga dagli autobus che se non tamponata finirà per penalizzare anche le corse giornaliere, già tagliate in fase emergenziale e ora a rischio per un motivo più strutturale. 


LA SPIEGAZIONE


Perché gli autisti degli autobus del Friuli Venezia Giulia stanno “scappando” dalle grandi aziende partecipate del trasporto pubblico? Nel pentolone bollono diversi fattori. Si va dal lato meramente economico alla fatica generata da turni sempre più lunghi. Ed è una spirale, perché meno autisti ci sono e più turni si devono coprire. Sullo sfondo, infine, i costi sempre più alti per ottenere le patenti speciali. Un ostacolo enorme per gli aspiranti autisti. «Iniziamo a lavorare il mattino presto - spiega sempre D’Antonio - per ritornare a casa la sera. Il tutto per un turno che in realtà durerebbe sei ore e mezza. Le condizioni di lavoro sono diventate massacranti e lo stipendio è quello di un operaio». Si arriva quindi all’aspetto più terra terra. Si parla di soldi. Un autista del trasporto pubblico locale prende in media 1.500 euro al mese. È poco, non ci sono discussioni. «Ma l’ultimo arrivato - fa notare Nicola Lauzana, sindacalista in Arriva Udine - ne prende circa 1.200, mentre con il massimo delle anzianità non si raggiungono i 1.800 euro. Se ne stanno andando autisti che lavorano da trent’anni, ci rendiamo conto del clima? La pessima qualità del lavoro porta a queste scelte». E le patenti costano in media sei-settemila euro. 


LA DESTINAZIONE


Dove vanno gli autisti che lasciano il posto nelle aziende del trasporto pubblico locale? «La destinazione principale - spiegano i due sindacalisti - è il mondo del trasporto merci. Meno responsabilità sulle persone e paghe che superano nettamente i duemila euro. Ma soprattutto due giorni liberi ogni settimana e non uno. Il problema è che così inizieranno a saltare le corse degli autobus». 


A UDINE


La protesta, ieri, si è allargata anche ad Arriva Udine. I sindacati parlano di «promesse disattese sulle assunzioni» e di «misura colma», di «ripetute richieste di lavorare oltre il normale turno di lavoro; impossibilità di fruire delle proprie ferie in caso di necessità» e «ripetute aggressioni». E anche a Udine è stato minacciato uno sciopero, come a Pordenone. »La presa di posizione dei sindacati sulla carenza di personale e sulle condizioni di lavoro nel trasporto pubblico locale, a Udine come in tutta la regione, conferma l’allarme che avevamo rilanciato, inascoltati, la scorsa settimana». Lo afferma il consigliere M5s, Cristian Sergo.

 

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Il Gazzettino