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TREVISO - Semina il panico in viale Cadorna: l’auto lanciata a tutta velocità, incurante dei pedoni, le urla contro i clienti dei bar e da ultimo quel coltellaccio puntato contro altri stranieri, probabilmente per regolare questioni di droga. Soltanto l’intervento della polizia ha scongiurato il peggio. A scatenare il parapiglia, giovedì pomeriggio, 15 settembre, in pieno centro, è stato un 36enne tunisino, con tutta probabilità sotto l’effetto di cocaina. In tasca ne aveva alcuni grammi. Il tutto gli è costato una denuncia per porto abusivo di armi e per una sfilza di violazioni del codice della strada. Oltre al ritiro della patente. Lo straniero abita in centro città e fa spesso sfoggio della sua Audi A1. Un volto ben noto sia alle forze dell’ordine, sia a residenti ed esercenti per i comportamenti sopra le righe, già sfociati nell’illegalità. Se formalmente risulta un libero professionista, il sospetto degli inquirenti è che l’attività parallela sia lo spaccio.
PAURA E MINACCE
«Ha scatenato un pandemonio. Era fuori di sé» - raccontano i gestori dei locali affacciati su viale Cadorna. Sono da poco passate le 4 del pomeriggio di giovedì. La sua Audi sfreccia varie volte tra piazza Vittoria e Corso del Popolo come una scheggia impazzita: sgommate, manovre azzardate, gimkane col rischio di centrare le altre auto in sosta o peggio di falciare i pedoni o piombare sui plateatici. «Guidava come un matto: una mano sul volante, con l’altra reggeva lo spritz fuori dal finestrino» dicono ancora spaventati gli esercenti.
PIU’ SICUREZZA
Lungo il viale ritorna la quiete, ma non per molto. «Alle 7 di sera era di nuovo qua, con un’altra auto. Servono misure più drastiche» affermano i residenti, stanchi di essere in balìa delle intemperanze del tunisino e di altre “teste calde” che scorrazzano nella zona scambiando il viale per una pista di Formula 1. «Se non si interviene, prima o poi ci scappa il morto» - mettono in guardia i cittadini, preoccupati soprattutto per le scolaresche delle elementari Gabelli. «Se giovedì pomeriggio ci fossero stati dei bambini sulla sua traiettoria, quell’auto li avrebbe fatti a pezzi - dice una nonna che ha assistito al parapiglia e che teme per l’incolumità dei suoi nipoti -. Con gente del genere in giro c’è poco da stare tranquilli». La signora racconta di averlo affrontato a viso aperto in un’occasione precedente: «Gli ho detto che non può permettersi di sfrecciare così, è pericoloso». Ma il tunisino ha fatto spallucce. Così adesso, alla luce del grave episodio di giovedì, i residenti sono pronti a presentare denunce o esposti. «Avevamo già segnalato il problema al Comune prima del Covid, adesso abbiamo intenzione di mobilitarci di nuovo. Situazioni del genere non sono tollerabili e non possiamo aspettare che capitino fatti più gravi».
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