Sfreccia con l'Audi in centro, minaccia alcuni stranieri con un coltello e semina il panico: 36enne tunisino nei guai

Domenica 18 Settembre 2022 di Maria Elena Pattaro
Viale Cadorna
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TREVISO - Semina il panico in viale Cadorna: l’auto lanciata a tutta velocità, incurante dei pedoni, le urla contro i clienti dei bar e da ultimo quel coltellaccio puntato contro altri stranieri, probabilmente per regolare questioni di droga. Soltanto l’intervento della polizia ha scongiurato il peggio. A scatenare il parapiglia, giovedì pomeriggio, 15 settembre,  in pieno centro, è stato un 36enne tunisino, con tutta probabilità sotto l’effetto di cocaina. In tasca ne aveva alcuni grammi. Il tutto gli è costato una denuncia per porto abusivo di armi e per una sfilza di violazioni del codice della strada. Oltre al ritiro della patente. Lo straniero abita in centro città e fa spesso sfoggio della sua Audi A1.

Un volto ben noto sia alle forze dell’ordine, sia a residenti ed esercenti per i comportamenti sopra le righe, già sfociati nell’illegalità. Se formalmente risulta un libero professionista, il sospetto degli inquirenti è che l’attività parallela sia lo spaccio.

PAURA E MINACCE

«Ha scatenato un pandemonio. Era fuori di sé» - raccontano i gestori dei locali affacciati su viale Cadorna. Sono da poco passate le 4 del pomeriggio di giovedì. La sua Audi sfreccia varie volte tra piazza Vittoria e Corso del Popolo come una scheggia impazzita: sgommate, manovre azzardate, gimkane col rischio di centrare le altre auto in sosta o peggio di falciare i pedoni o piombare sui plateatici. «Guidava come un matto: una mano sul volante, con l’altra reggeva lo spritz fuori dal finestrino» dicono ancora spaventati gli esercenti. Anche dopo aver parcheggiato, il 36enne continua a creare caos: «Urlava contro i clienti seduti ai tavoli - dicono dal bar Perlage, di cui il tunisino è un frequentatore assiduo -. Viene spesso qui ma non si è mai comportato così». L’impressione è che fosse sotto l’effetto di stupefacenti: «Gridava, dava calci e pugni alla sua macchina. Era totalmente fuori controllo». A un certo punto il magrebino se la prende con un gruppo di stranieri, forse kosovari e spunta un coltello da cucina, con una lama di quasi 30 centimetri. Da negozi, bar e appartamenti in tanti si affacciano in strada sentendo tutto quel parapiglia. Il centralino del 113 ribolle di segnalazioni: sul posto si precipitano subito alcune volanti. Quando arrivano i poliziotti, le presunte vittime delle intimidazioni, si sono già dileguate mentre il tunisino si è sbarazzato del coltello, che però viene recuperato e posto sotto sequestro. Gli agenti riescono a calmarlo: in tasca gli trovano alcuni grammi di cocaina, quanto basta per segnalarlo alla Prefettura come assuntore. Nei suoi confronti scattano il ritiro della patente e le denunce per porto abusivo di armi e una lunga serie di violazioni del codice della strada.

PIU’ SICUREZZA

Lungo il viale ritorna la quiete, ma non per molto. «Alle 7 di sera era di nuovo qua, con un’altra auto. Servono misure più drastiche» affermano i residenti, stanchi di essere in balìa delle intemperanze del tunisino e di altre “teste calde” che scorrazzano nella zona scambiando il viale per una pista di Formula 1. «Se non si interviene, prima o poi ci scappa il morto» - mettono in guardia i cittadini, preoccupati soprattutto per le scolaresche delle elementari Gabelli. «Se giovedì pomeriggio ci fossero stati dei bambini sulla sua traiettoria, quell’auto li avrebbe fatti a pezzi - dice una nonna che ha assistito al parapiglia e che teme per l’incolumità dei suoi nipoti -. Con gente del genere in giro c’è poco da stare tranquilli». La signora racconta di averlo affrontato a viso aperto in un’occasione precedente: «Gli ho detto che non può permettersi di sfrecciare così, è pericoloso». Ma il tunisino ha fatto spallucce. Così adesso, alla luce del grave episodio di giovedì, i residenti sono pronti a presentare denunce o esposti. «Avevamo già segnalato il problema al Comune prima del Covid, adesso abbiamo intenzione di mobilitarci di nuovo. Situazioni del genere non sono tollerabili e non possiamo aspettare che capitino fatti più gravi».

Ultimo aggiornamento: 19 Settembre, 10:15 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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