Attentato alla sede della Lega a Treviso: anarchico condannato a 28 anni e 30mila euro di risarcimento

TREVISO - Attentato alla sede della Lega in provincia di Treviso, il processo e la sentenza oggi, sabato 9 luglio. Condanna durissima: 28 anni di reclusione e 30mila euro di...

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TREVISO - Attentato alla sede della Lega in provincia di Treviso, il processo e la sentenza oggi, sabato 9 luglio. Condanna durissima: 28 anni di reclusione e 30mila euro di risarcimento alla Lega. Questa la sentenza di primo grando contro Juan Antonio Sorroche Fernandez, l'anarchico spagnolo accusato di aver messo, il 12 agosto 2018, due ordigni artigianali davanti al K3 di Villorba, sede della Lega trevigiana. 

I RISULTATI DELLA PERIZIA SUGLI ORDIGNI

L'uomo, detenuto a Terni, non era collegato con l'aula giudiziaria trevigiana al momento della sentenza. L'accusa nei suoi confronti era di attentato a fini terroristici ed eversivi e per atti terroristici con l'utilizzo di ordigni micidiali ed esplosivi (con l'aggravante del voler colpire le forze dell'ordine) e per fabbricazione di ordigni esplosivi. L'11 giugno la pubblica accusa, rappresentata in aula dai pm Roberto Terzo e Alessia Tavarnesi della Dda di Venezia, aveva chiesto per lui una pena di 26 anni e 8 mesi.

L'attentato alla sede della Lega: cosa accadde

Il primo ordigno era esploso senza danni sabato 12 agosto del 2018 alle 5 del mattino: nei piani degli anarchici doveva servire ad attirare sul posto le forze dell'ordine che inconsapevolmente avrebbero dovuto innescare un secondo e più potente ordigno posizionato sempre nella sede trevigiana del Carroccio. Questa seconda bomba, che fortunatamente non entrò in azione, venne scoperta il 16 agosto del 2018 da una pattuglia delle volanti della polizia. Sorroche è accusato di aver posizionato un filo teso sugli scalini della scala che avrebbe dovuto attivare un congegno elettronico e innescare così la deflagrazione. Sull'uomo, catturato nel Bresciano, pendevano diverse condanne. La Lega Nord, a cui spetta il risarcimento stabilito dalla Corte, era rappresentata in aula dall'avvocato Stefano Trubian, mentre l'imputato era difeso dall'avvocato Flavio Albertini Rossi. 

 

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Il Gazzettino