Un incredibile patrimonio artistico veneziano all'asta e purtroppo - con ogni previsione - da oggi diviso tra più fortunati collezionisti di tutto il mondo. Con un...
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PEZZI UNICIAncora, la modernità di un vaso bullicante del 1936, una scimmietta dell'anno successivo ancor oggi più contemporanea di certe fantasiose forme zoomorfe di Jeff Koons. Incredibili coppe e vasi, come quelli decorati all'interno con merletto, invenzione proprio di Archimede: le infinite possibilità del vetro sono rappresentate tutte. Di massima raffinatezza la base per lampada a festoni verticali del 1954, e soprattutto le sculture, come Le quattro donne del 1989. Scelto per la copertina del catalogo il vaso Zig Zag del 1951, corpo sferico e fasce spiraleggianti. Ciascun pezzo è accompagnato da una scheda, completa di eventuali esposizioni, Biennale di Venezia, Triennale di Milano, la mostra dedicata ad Archimede Seguso a Palazzo Ducale.
«Riteniamo che straordinarie opere in vetro di questa portata suscitino interesse soprattutto nel mercato internazionale, statunitense e tedesco in particolare, che vanta collezionisti e autentici estimatori», spiega Alberto Vianello capo dipartimento Pandolfini nel settore Arti decorative del XX Secolo. Da parte di Gino Seguso, quella dalla collezione non è una separazione a cuor leggero: «Ovviamente la mia speranza - sottolinea - è che il lotto sia venduto in toto, possibilmente ad una realtà, si tratti di un museo, una fondazione o un mecenate collezionista, che voglia esporre un bene artistico rappresentativo della storia del vetro di Murano del Ventesimo secolo e di un nome d'eccezione quale è stato Archimede Seguso». Un'ultima domanda, se avesse pensato all'ipotesi di creare una Casa Museo?: «Certo, si sarebbe potuto - conclude - da parte mia ho conservato l'abitazione come fossero ancora vivi i miei genitori, ma le spese di un'operazione simile non sarebbero state sostenibili senza un interesse esterno, che non si è verificato». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino