Battuti all'asta i cimeli di Seguso: la collezione in vetro che il maestro teneva nella sua casa di Murano

Martedì 27 Novembre 2018 di Riccardo Petito
Battuti all'asta i cimeli di Seguso: la collezione in vetro che il maestro teneva nella sua casa di Murano
Un incredibile patrimonio artistico veneziano all'asta e purtroppo - con ogni previsione - da oggi diviso tra più fortunati collezionisti di tutto il mondo. Con un ulteriore elemento di interesse: i pezzi provengono da un'unica collezione privata, per di più scelta e conservata dal proprietario per la propria abitazione. Oggetti, grandi e piccoli in vetro di Murano che addobbavano l'abitazione di un maestro come Archimede Seguso. Sicuramente pezzi rari, probabilmente quelli che custodiva con maggiore affetto. Ben 111 opere provenienti dalla collezione privata del Maestro saranno oggi battute dalla Casa d'Aste Pandolfini, a Firenze nella sede di Palazzo Ramirez-Montalvo. Un analogo tentativo di vendere tutto era stato fatto quattro anni fa da Sotheby's a New York: «Era stata però bloccata dal Ministero dei Beni Culturali - dice il figlio Gino Seguso - perché si trattava di oggetti ritenuti rappresentativi di un bene di interesse nazionale, e in quanto tali non potevano lasciare l'Italia». Ora invece una decisione che modifica quelle prese nel 2014 dallo Stato che evidentemente questa volta ha deciso di non intervenire. Si tratta di pezzi storici che attraversano decenni: a scorrere il catalogo si ripercorre parte della storia di Murano e dell'arte vetraria del Novecento. Dalla scultura Donna con cerbiatto del 1932, presente nel catalogo della vetreria Salviati, la cui fornace all'epoca era gestita dalla famiglia Seguso, al vaso La Fenice in vetro trasparente blu realizzato nell'anno stesso del tragico incendio del Teatro, il 1996.
PEZZI UNICIAncora, la modernità di un vaso bullicante del 1936, una scimmietta dell'anno successivo ancor oggi più contemporanea di certe fantasiose forme zoomorfe di Jeff Koons. Incredibili coppe e vasi, come quelli decorati all'interno con merletto, invenzione proprio di Archimede: le infinite possibilità del vetro sono rappresentate tutte. Di massima raffinatezza la base per lampada a festoni verticali del 1954, e soprattutto le sculture, come Le quattro donne del 1989. Scelto per la copertina del catalogo il vaso Zig Zag del 1951, corpo sferico e fasce spiraleggianti. Ciascun pezzo è accompagnato da una scheda, completa di eventuali esposizioni, Biennale di Venezia, Triennale di Milano, la mostra dedicata ad Archimede Seguso a Palazzo Ducale.
«Riteniamo che straordinarie opere in vetro di questa portata suscitino interesse soprattutto nel mercato internazionale, statunitense e tedesco in particolare, che vanta collezionisti e autentici estimatori», spiega Alberto Vianello capo dipartimento Pandolfini nel settore Arti decorative del XX Secolo. Da parte di Gino Seguso, quella dalla collezione non è una separazione a cuor leggero: «Ovviamente la mia speranza - sottolinea - è che il lotto sia venduto in toto, possibilmente ad una realtà, si tratti di un museo, una fondazione o un mecenate collezionista, che voglia esporre un bene artistico rappresentativo della storia del vetro di Murano del Ventesimo secolo e di un nome d'eccezione quale è stato Archimede Seguso». Un'ultima domanda, se avesse pensato all'ipotesi di creare una Casa Museo?: «Certo, si sarebbe potuto - conclude - da parte mia ho conservato l'abitazione come fossero ancora vivi i miei genitori, ma le spese di un'operazione simile non sarebbero state sostenibili senza un interesse esterno, che non si è verificato».
Ultimo aggiornamento: 17:33 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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