Santa Caterina, l'ex convento va all'asta per la quinta volta

Santa Caterina, l'ex convento va all'asta per la quinta volta
CHIOGGIA - L'ex convento di Santa Caterina, il cui nucleo originale risale al XIV secolo va all'asta per la quinta volta, all'incirca per un terzo del suo valore...

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CHIOGGIA - L'ex convento di Santa Caterina, il cui nucleo originale risale al XIV secolo va all'asta per la quinta volta, all'incirca per un terzo del suo valore iniziale. Il corpo del monastero femminile e quello del coro che s'affaccia sull'altar maggiore della chiesa, recentemente restaurata sono stati riproposti rispettivamente al prezzo base di 711 mila 808 euro e di 68 mila 347 euro. Le offerte minime relative ai due lotti ammontano a 533 mila 856 e 51 mila 485 euro. Gli eventuali interessati dovranno farsi avanti entro il 9 giugno. Il valore da perizia del solo corpo principale è di un milione 985 mila euro. Tutte le modalità sono riportate al sito www.asteannunci.it, raggiungibile da quello del Tribunale di Venezia. 


LA VICENDA

Sinora, i potenziali compratori si sono regolarmente defilati, ritenendo l'investimento eccessivamente oneroso. Questa volta invece, grazie ai significativi ribassi, potrebbe andare diversamente. Nel 2003, il convento (compreso tra le calli Forno Filippini e Santa Caterina) fu acquistato da una società privata intenzionata a sfruttarne la volumetria (tre livelli su quattromila metri quadrati) per ricavane numerosi, centralissimi appartamenti residenziali e turistici. Avevano previsto di investirvi una ventina di milioni. Per l'antico complesso religioso, il Comune aveva nel frattempo approvato un Programma integrato di riqualificazione urbanistica, edilizia ed ambientale (Piruea). Pareva che tutto dovesse risolversi nel migliore dei modi quando, inattesi, emersero grossi dubbi nel merito della piena legittimità dell'atto di compravendita. Il soggetto venditore non risultava, infatti, perfettamente identificato a causa della contraddittorietà dei documenti disponibili, antichi e recenti. La proprietà divenne, quindi, oggetto di verifiche legali tra enti religiosi. Nel frattempo, il progetto cominciava a sollevare perplessità anche fra i tecnici degli organi di controllo. Prevedeva, infatti, modifiche che avrebbero potuto alterare alcune strutture.


IL PASSATO

Nel frattempo, il Piruea era irrimediabilmente decaduto. Il futuro del monastero abbandonato, dell'ex scuola elementare femminile, dell'asilo infantile, delle aule ove le suore insegnavano l'arte del ricamo alle ragazze chioggiotte e dei dormitori risulta dunque più incerto che mai. Sfumata, nel frattempo, anche la proposta d'acquisto formulata tra il 2000 ed il 2005 dall'Azienda territoriale per l'edilizia residenziale di Venezia (Ater) che, pronta cassa, sarebbe stata disposta ad acquisire l'intero complesso attualmente in rovina, per ricavarne alloggi popolari da assegnare soprattutto alle giovani coppie ed agli anziani autosufficienti. 

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Il Gazzettino