Ha fruttato oltre 21 mila euro l’asta di beneficenza per aiutare la montagna bellunese devastata dagli eventi meteorici del 29 ottobre che si è tenuta ieri pomeriggio...
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PAROLA DI DARIO GANZ
A introdurre il pomeriggio, spiegando il significato dell’iniziativa, è stato Dario Ganz, fondatore di Dolomitici. «Il 26 gennaio 1956 – ha ricordato - si aprivano i giochi olimpici di Cortina. Fu un giorno strategico per la nostra provincia. Nel nostro piccolo speriamo che anche questa nostra iniziativa possa dare un segnale». In qualità di delegato della Provincia per il fondo Welfare al quale andrà il ricavato dell’asta, Francesca De Biasi ha spiegato come questo progetto non sia soltanto un contenitore di denaro, ma soprattutto di risorse. «Il problema principale su cui intervenire – ha suggerito - è lo spopolamento. Il fondo andrà ad aiutare le spese fisiche delle persone, come le auto danneggiate. Gli artisti hanno donato e voi con le vostre offerte donerete. Non si tratta di una semplice compravendita». Tra i pochi politici presenti, il parlamentare Luca De Carlo. «Quest’iniziativa - ha sottolineato - è la dimostrazione di come il Bellunese si sia messo in moto senza piangersi addosso e sfruttando le nostre eccellenze. Non siamo una provincia di serie B. Siamo una grande comunità ed è nei momenti di bisogno che questo si vede maggiormente».
SPAZIO ALLE OFFERTE
Poi l’asta è decollata. Erano messe a disposizione del pubblico (che ha gremito la sala grande di Villa Patt in tutti i suoi posti) oltre 100 lotti. Le opere sono state presentate una per una dal critico d’arte Matteo Da Deppo (ma di tutto quanto veniva battuto era stato anche fornito il catalogo) mentre Alberto Rossi, mercante d’arte, ha rivestito il ruolo di battitore. Ha aperto l’asta un’opera della sedicense Sara Andrich, “L’età del ferro”, subito assegnata a 150 euro. Poi è stata la volta di tanti altri pittori, scultori, artisti, fotografi, uomini di sport che hanno messo a disposizione della montagna bellunese qualcosa del loro genio. L’opera acquistata al prezzo più alto è stato un quadro di Renato Balsamo, “La Foppa de Mattia–Sorapis”, una tempera su cartoncino che ha fruttato 1500 euro. “Aurora”, un acrilico e olio su tela di Vico Calabrò si è fermata a 1200 euro, mentre “Dopo l’inverno”, un acquerello su cartone di Silvia De Bastiani ha toccato la cifra di 1150 euro. “Albero”, un pastello su cartone di Graziella Da Gioz è stato venduto a mille euro. Molto successo hanno avuto anche tre litografie su carta di Paolo Cavinato: “L’arrivo del vescovo” (900 euro), “Suonatori” (400 euro) e “L’arrivo del vescovo” (350 euro). In tutto, dunque, 1650 euro da uno dei mostri sacri della storia della pittura del Novecento bellunese. Le altre hanno portato comunque tutte il loro importante contributo alla buona riuscita della raccolta di fondi. Proprio come suggeriva un’opera di Fabio Vettori con le sue operose formiche. Alla fine dell’appuntamento con i cimeli dello sport e le bellezze dell’arte locale e non, vi è stato un rinfresco ospitato dagli stessi locali della Villa jappelliana. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino