Veneto, 70% delle imprese pronto ad assumere personale, ma fatica a trovare quello giusto

Foto di Jon Kline da Pixabay
Il 70% delle imprese venete assumerà personale nei prossimi sei mesi ma fa fatica a trovare quello giusto. È il risultato di una ricerca di Fòrema,...

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Il 70% delle imprese venete assumerà personale nei prossimi sei mesi ma fa fatica a trovare quello giusto. È il risultato di una ricerca di Fòrema, società padovana di formazione di Assindustria Venetocentro su un campione di 213 aziende del territorio. Nella metà dei casi le nuove assunzioni sono dovute ad un aumento delle commesse avvenuto durante la pandemia. Il 34% dei nuovi contratti sarà a tempo indeterminato. Crollano al 9% le assunzioni tramite agenzie interinali.


La ripartenza dell'economia porta le imprese più dinamiche alla ricerca di nuovi lavoratori. Per questi campioni del Nordest lo sblocco dei licenziamenti in luglio non conta, il problema vero è trovare manodopera all'altezza delle loro sfide imprenditoriali. Secondo la ricerca di Fòrema, il 70% delle imprese venete contattate nei prossimi sei mesi ha programmato di assumere, nella metà dei casi per un aumento delle commesse anche in piena pandemia. Un terzo dei nuovi addetti avranno contratti a tempo indeterminato, il 27% a tempo determinato, il 17% in apprendistato, l'11% tramite stage. Infine il 69% delle aziende dichiara di far fatica a trovare personale da assumere per i ruoli previsti. Lo studio si è svolto nel marzo 2021 su di un campione soprattutto del Padovano e del Vicentino, ed è presumibile che la situazione oggi, in piena ripresa, sia ancora più accentuata. A caccia di personale soprattutto industrie di grande dimensione della manifattura avanzata.
«I risultati dell'indagine indicano che le imprese sono attualmente in fase di espansione spiega Roberto Baldo, responsabile delle attività finanziate di Fòrema, che si è occupato dello studio c'è un fabbisogno occupazionale che è sicuramente è cresciuto anche in aprile e maggio. Chi ha agganciato la ripresa internazionale e la trasformazione digitale ha bisogno di nuove competenze e nuove professioni. Il vero potenziale di innovazione si scarica a terra quando si riesce a gestire le innovazioni tecnologiche: per questo sono particolarmente ricercate le persone con profili tecnico-professionali, capaci di innovare i ruoli e le mansioni in azienda. Competenze digitali affiancate a quelle relazionali, oltre che operative. Gli enti di formazione in quest'ottica hanno un compito importante, quello della riqualificazione professionale, di saper aggiungere conoscenze nuove e complementari ai lavoratori, rendendoli capaci di operare in realtà complesse come sono le imprese di oggi, altrimenti la ripresa sarà monca. Bisogna evitare che ben presto, quanto vi sarà lo sblocco dei licenziamenti, si arrivi in Veneto a una disoccupazione strutturale di chi ha competenze tradizionali, condannato a perdere le opportunità dei nuovi lavori ibridi. La Regione Veneto è riuscita a mettere in pista nella pandemia nuovi strumenti, l'auspicio è ripartire velocemente dopo l'estate con altre iniziative su misura per questa nuova fase». L'indagine ha evidenziato una grande attenzione all'ambito operations (produzione + acquisti + logistica). Il 24% degli inserimenti è conseguente ad un processo di trasformazione organizzativa dovuta all'avvio di nuove attività o processi o per la necessità di nuovi ruoli e professioni.


NUOVI RUOLI


Le imprese mettono al primo posto nelle loro ricerche le competenze tecniche di base (41%), poi le trasversali, cioè la capacità di trovare soluzioni operative in contesti complessi, l'apprendimento continuo e il senso critico. Un cocktail ibrido. Poi però tra i profili introvabili per le aziende vi sono quelli classici: addetti alla produzione meccanica, macchine controllo numerico, saldatori, carpentieri. Perché la ripresa è qui e deve essere colta ora. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino