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PADOVA - Nel clima euforico che circonda la montagna di denaro che arriverà a Padova con il Pnrr non bisogna perdere di vista cosa fare di questa città nei prossimi 50 anni. Un'Alta velocità non serve a nulla se poi sbarca nel deserto. Il nuovo piano urbanistico lo sta costruendo per il Comune l'architetto Stefano Boeri, che ha già diramato idee e suggestioni, come quella della città dei 15 minuti, dei borghi urbani o della stazione, fra ponti verdi, parchi e sopraelevate. Ma c'è bisogno di portare prodotto interno lordo per assicurare un futuro e disegnare una vocazione che è ormai già scritta: Padova città della sapienza. Con la sua università, il nuovo ospedale, l'hub dell'innovazione in fiera. Esiste una zona che rappresenterà il cuore della vocazione del millennio, è il trapezio come l'ha definito Assindustria Veneto centro, che va dalla stazione al nuovo policlinico. In questa zona ci sono 6mila aziende di servizi innovativi mentre altre 8mila sono sparse in provincia. Assicurano già oggi il 18 per cento del Pil.
LE CRITICITÁ
Assindustria Veneto Centro ha consegnato da poco al Comune le sue idee su come valorizzare quest'area.
LA RIGENERAZIONE
Lo studio prevede poi tre grandi direttrici. La prima dalla Stazione alla Stanga. La seconda da qui al net center e la terza dalla Torre rossa al S. Lazzaro. La rigenerazione di queste aree passa per il parternariato pubblico-privato. In questo senso Assind immagina la creazione di tre Urban center, luoghi fisici nei quali aprire il dibattito con i cittadini sulle trasformazioni urbanistiche.
GLI SCENARI
Lo studio articola gli interventi urbanistici su tre scenari. Il 2025 con la sostituzione degli edifici fatiscenti con altri ad architettura sostenibile. Qui entra la nuova Via Savelli. Il 2030 con la revisione di Padova 1 e la ristrutturazione di interi complessi residenziali verso la città accogliente che limita la mobilità delle auto. E il 2030 con il completamento delle grandi infrastrutture (stazione-ospedale) e la creazione di parchi urbani e aree di rigenerazione urbana sostenibile. Ma soprattutto il completamento delle infrastrutture digitali con reti veloci e tecnologia diffusa. Ne fanno parte anche accorgimenti come la mobilità a guida autonoma guidata da telecamere intelligenti.
Il Gazzettino