PADOVA - Nel clima euforico che circonda la montagna di denaro che arriverà a Padova con il Pnrr non bisogna perdere di vista cosa fare di questa città nei prossimi 50 anni.
LE CRITICITÁ
Assindustria Veneto Centro ha consegnato da poco al Comune le sue idee su come valorizzare quest'area. Con una raccomandazione unica: riservarla allo sviluppo esclusivo della soft city. Lo scopo è semplice: portare intelligenze e capitali. Ma per farlo bisogna preparare un cornice urbanistica di prim'ordine: edifici moderni, verde, mobilità facile. Per Assindustria il baricentro della rivoluzione sarà la Fiera con il Competence center, la scuola di ingegneria e il centro congressi. Ma ci sono molte cose da rivedere nel quadrante. Ad esempio l'area del Centro Giotto destinata al degrado se non sarà ripensata. E ancora Padova 1, il centro direzionale isolato cresciuto disordinatamente che va ricollegato alla città tanto che Assind propone una nuova viabilità. Poi c'è il collegamento con la zip da sempre deficitario. Gli imprenditori propongono di dedicare la linea ferroviaria al pubblico e portare le merci sulla gronda sud, vecchio progetto mai realizzato. Anche l'interazione viaria fra il nuovo ospedale e la città va ripensata. Allo stato attuale risulta molto deficitaria al punto che l'Arco di Giano così com'è oggi ovvero senza il sovrappasso sui binari, per lo studio resta insufficiente e incompleto. Venendo verso il centro città la seconda parte di via Tommaseo, dall'Nh hotel in poi continua ad essere poco sfruttata, mentre anche l'ingresso del tribunale va rivisto, risulta stretto e caotico per il traffico.
LA RIGENERAZIONE
Lo studio prevede poi tre grandi direttrici. La prima dalla Stazione alla Stanga. La seconda da qui al net center e la terza dalla Torre rossa al S. Lazzaro. La rigenerazione di queste aree passa per il parternariato pubblico-privato. In questo senso Assind immagina la creazione di tre Urban center, luoghi fisici nei quali aprire il dibattito con i cittadini sulle trasformazioni urbanistiche.
GLI SCENARI
Lo studio articola gli interventi urbanistici su tre scenari. Il 2025 con la sostituzione degli edifici fatiscenti con altri ad architettura sostenibile. Qui entra la nuova Via Savelli. Il 2030 con la revisione di Padova 1 e la ristrutturazione di interi complessi residenziali verso la città accogliente che limita la mobilità delle auto. E il 2030 con il completamento delle grandi infrastrutture (stazione-ospedale) e la creazione di parchi urbani e aree di rigenerazione urbana sostenibile. Ma soprattutto il completamento delle infrastrutture digitali con reti veloci e tecnologia diffusa. Ne fanno parte anche accorgimenti come la mobilità a guida autonoma guidata da telecamere intelligenti.