MESTRE - «Sembra quasi che a qualcuno a Roma dia fastidio se Venezia prova a farcela da sola. Magari preferiscono che chiediamo tutti il reddito di cittadinanza, così...
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I NEMICI DI VENEZIA
I nemici di Venezia, tra l’altro, non devono fare molta fatica, basta che non si muovano, che non diano le autorizzazioni, che non sblocchino i protocolli (come quello dei fanghi), che non approvino i piani (come quello morfologico della laguna), e rimanendo immobili portano via in un colpo solo 50 milioni di euro l’anno all’economia portuale: ogni toccata di una nave portacontainer dell’Ocean Alliance, l’alleanza armatoriale tra le maggiori compagnie porta container al mondo, genera un valore di un milione di euro per lo scalo veneziano: le toccate in un anno sono 52, quindi in dodici mesi si perdono 50 milioni. E avanti così fino a che quell’Alleanza non verificherà che ci sono le condizioni per tornare, chissà quando. «Già, e proprio per questo ci aspettiamo immediati provvedimenti, oppure devono dirci come un’intera città e importante parte del suo Pil, e migliaia di lavoratori, possano continuare a lavorare e mangiare» continua Venturini che pone l’accento anche sul fattore tempo: «Un Governo lungimirante aiuterebbe enti locali e autorità territoriali a far decollare l’area industriale oltre che il porto e a fare di Venezia un campione a livello internazionale. Invece ogni mese ci mettono una ulteriore palla al piede o ci impediscono di fare quel che si deve per poter competere. In definitiva sempre di più questo Governo si dimostra nemico dello sviluppo e attento solo alle questioni meridionali, senza per altro risolvere nemmeno quelle ma complicandole ulteriormente, basta vedere come sta andando con l’Ilva».
Mettere i bastoni tra le ruote del carro di Venezia, tra l’altro, significa colpire duramente un territorio molto più vasto che va oltre il Veneto. «E il porto è solo uno dei settori presi di mira, perché da un anno stanno bloccando tutte le grandi opere, investimenti, concessioni e quant’altro - continua Venturini -. E non ci vengano a dire che non lo sapevano: sono anni che ripetiamo che il porto ha bisogno delle manutenzioni, che quindi i canali vanno scavati non per chissà quali sventramenti del sistema lagunare ma semplicemente per quel che è previsto dalla legge: la manutenzione ordinaria di un porto, che si fa dappertutto tranne che a Venezia».
E sono anni che a Venezia istituzioni, categorie economiche, sindacati ricordano come il porto dia lavoro a 20 mila persone e come sia un’alternativa alla monocultura turistica che sta soffocando Venezia: «Purtroppo è evidente che c’è una sotto ideologia forte in questi anni, della serie che fare sviluppo è brutto ed è meglio piantare fiorellini ovunque, bellissima come filosofia ma impensabile portarla avanti. Con quali soldi dai da mangiare alla gente o con quali fondi affronti i cambiamenti climatici?».
L‘INTERROGAZIONE
Con l’attuale Governo se la prende anche la deputata veneziana della Lega Ketty Fogliani che parla di «danni gravissimi. Il problema è ovviamente legato all’inaccettabile immobilismo dei 5 stelle». E che ha annunciato un’interrogazione parlamentare urgente al ministro dell’Ambiente Sergio Costa affinché riprenda la questione e «sblocchi immediatamente questa dannosa situazione attivandosi per l’approvazione del protocollo fanghi e per l’individuazione, senza ulteriori ritardi, di idonei siti di conferimento per i sedimenti da dragare». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino