Assegno di fine mandato a 45 politici Da 42mila a 96mila euro lordi a testa

Assegno di fine mandato a 45 politici Da 42mila a 96mila euro lordi a testa
VENEZIA - Uno dei primi atti del nuovo Ufficio di presidenza del consiglio regionale del Veneto, riunito ieri, è stato quello di sbloccare 2,7 milioni di euro per pagare i "Tfr"...

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VENEZIA - Uno dei primi atti del nuovo Ufficio di presidenza del consiglio regionale del Veneto, riunito ieri, è stato quello di sbloccare 2,7 milioni di euro per pagare i "Tfr" agli ex consiglieri.




Tecnicamente si chiama "assegno di fine mandato" e a stabilirlo è una legge regionale. Ogni volta che si va al voto e inizia una nuova legislatura, gli ex consiglieri passano all’incasso: Stavolta sono stati parecchi: 44 su 60. Anzi, 45 perché - a sorpresa - uno dei sessanta, pur ricandidato e poi rieletto, si è dimesso alla vigilia delle elezioni: trattasi di Massimo Giorgetti, uno dei tre consiglieri eletti in Forza Italia, tra l’altro ora vicepresidente vicario del consiglio regionale. Che alla riunione di ieri dell’Ufficio di presidenza, essendo di fatto coinvolto nella delibera in votazione, è uscito dalla stanza.



È la legge a stabilire l’assegno di fine mandato: "L’ufficio di presidenza è autorizzato ad erogare ai consiglieri regionali, cessati dal mandato, deceduti o dimissionari, un assegno pari ad una mensilità dell’indennità consiliare per ogni anno di effettivo esercizio del mandato per gli anni fino al 2012 e di una mensilità dell’indennità di carica lorda per ogni anno di effettivo esercizio del mandato svolto successivamente al 2012. Ai fini del calcolo dell’importo dell’assegno di fine mandato spettante si tiene conto solo dei primi dieci anni di mandato".

In soldoni, chi ha fatto una sola legislatura (cinque anni dal 2010 al 2015) prende 42mila euro. Chi ha fatto due legislature, dal 2005, 90mila euro. Chi ne ha fatte più di due, 96mila euro. Tutti al lordo.



Dei 60 uscenti, i 44 che non si sono ricandidati (compreso Federico Caner, anche se poi è stato nominato assessore esterno) o che non sono stati eletti hanno chiesto l’assegno di fine mandato. La "sorpresa" è arrivata da Massimo Giorgetti che, alla vigilia del voto, quand’era ancora assessore, si è dimesso da consigliere regionale. Non lo sapeva nessuno, lo si è scoperto quando a Palazzo Ferro Fini è arrivata la richiesta di percepire l’assegno (nel suo caso, avendo fatto più di due mandati, 96mila euro). Se non si fosse dimesso, per avere l’assegno Giorgetti avrebbe dovuto attendere la fine della legislatura, visto che è stato rieletto. Decisamente "prudente": metti mai che da qui al 2020 la normativa non venga modificata.È la legge a stabilire l’assegno di fine mandato: "L’ufficio di presidenza è autorizzato ad erogare ai consiglieri regionali, cessati dal mandato, deceduti o dimissionari, un assegno pari ad una mensilità dell’indennità consiliare per ogni anno di effettivo esercizio del mandato per gli anni fino al 2012 e di una mensilità dell’indennità di carica lorda per ogni anno di effettivo esercizio del mandato svolto successivamente al 2012. Ai fini del calcolo dell’importo dell’assegno di fine mandato spettante si tiene conto solo dei primi dieci anni di mandato".


In soldoni, chi ha fatto una sola legislatura (cinque anni dal 2010 al 2015) prende 42mila euro. Chi ha fatto due legislature, dal 2005, 90mila euro. Chi ne ha fatte più di due, 96mila euro. Tutti al lordo. Dei 60 uscenti, i 44 che non si sono ricandidati (compreso Federico Caner, anche se poi è stato nominato assessore esterno) o che non sono stati eletti hanno chiesto l’assegno di fine mandato. La "sorpresa" è arrivata da Massimo Giorgetti che, alla vigilia del voto, quand’era ancora assessore, si è dimesso da consigliere regionale. Non lo sapeva nessuno, lo si è scoperto quando a Palazzo Ferro Fini è arrivata la richiesta di percepire l’assegno (nel suo caso, avendo fatto più di due mandati, 96mila euro). Se non si fosse dimesso, per avere l’assegno Giorgetti avrebbe dovuto attendere la fine della legislatura, visto che è stato rieletto. Decisamente "prudente": metti mai che da qui al 2020 la normativa non venga modificata. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino