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TORREGLIA - Per gli investigatori sono i responsabili dell'assalto al bancomat dell'ufficio postale di Torreglia messo a segno il 10 febbraio scorso nel quale vennero trafugati ben 35.980 euro. Al termine di una complessa indagine che ha riguardato anche altre località del territorio nazionale, i carabinieri del Nucleo investigativo di Padova, in collaborazione con i colleghi di Roma e l'Aquila, hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare a carico di Iulian Apostol, romeno di 28 anni, e di un connazionale di 46 anni, resosi però irreperibile e ora attivamente ricercato dai militari dell'Arma.
Jackpotting: così hackeravano i bancomat
I due, vecchie conoscenze delle forze dell'ordine per delitti contro il patrimonio, risultano domiciliati rispettivamente a Oricola (L'Aquila) e Ardea (Roma). Nei guai è finito anche un terzo connazionale di 26 anni, denunciato a piede libero. Tutti e tre avrebbero partecipato al colpo ai danni dello sportello Atm della cittadina euganea. È questo il risultato dell'operazione Jackpotting, che prende il nome dalla particolare tecnica utilizzata dal terzetto e pazientemente ricostruita dagli esperti del Nucleo investigativo. E che era consistita nell'hackerare il sistema operativo del bancomat introducendovi un virus che ordinava al software di erogare velocemente tutte le banconote contenute nella cassa. Una modalità decisamente sofisticata e attuata dal terzetto, secondo i carabinieri, anche nel tentativo di forzare altri accessi in Veneto e Lazio. Obiettivi furono gli sportelli automatici degli uffici postali di Bosaro (Rovigo) l'11 febbraio, di Guidonia Montecelio (Roma) il 17, di Sambuci (Roma) il 19, della succursale numero 6 di Latina il 22 e della cassa automatica dell'agenzia numero 4 della Blu Banca ancora di Latina il 10 marzo.
A luglio gli uomini del Nucleo investigativo avevano perquisito le case degli indagati trovando ulteriori elementi a carico dei tre romeni.
Il Gazzettino