ASOLO - «Non so cosa sia successo, è stato un fulmine a ciel sereno. Impossibile prevederlo o anche solo pensarci perchè Bledar era una persona buona come il...
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LA RICOSTRUZIONE
Mentre cala il buio e la temperatura, si cerca di ricostruire le ultime ore di Bledar: «Io l’ho sentito al telefono alle 16,15 di sabato - dice la cognata della vittima - una telefonata normale. Poi basta». E il fratello aggiunge: «Era partito ieri mattina da casa per andare a lavorare. È stato al lavoro fino alle 16. Poi è andato in un altro posto con degli amici. Pensiamo che magari ha scoperto qualcosa e così l’hanno ucciso. Devono guardare tutte le telecamere di bar e ristoranti di Fonte, il tracciato del suo telefono che dalle 3 di mattina non ha più squillato. Qualcosa deve venire fuori».
A CASA
In via Tiepolo ad Asolo, al civico 3, non si muove nulla. Ai quattro campanelli della palazzina, tutte famiglie straniere, non risponde nessuno. Le tapparelle di casa Dedja sono tutte chiuse. Da un terrazzo accanto si affaccia solo un ragazzo che dice di non sapere nulla dei vicini. Poi arriva una Mercedes grigia. Scende Loretta: «Abitiamo proprio sopra di loro. Abbiamo saputo quanto successo e non ce lo spieghiamo. Sono una famiglia tranquilla: mamma, papà e due bambini. Sono qui da tre-quattro anni. Hanno comprato l’appartamento e sono sempre gentili con tutti. Veramente è incredibile, non riusciamo a farcene una ragione». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino