Lorenzoni, campagna elettorale col virus: «Determinato a continuare, ora incontri in teleconferenza»

Arturo Lorenzoni
PADOVA - «Ti candiderai a sindaco di Padova, prenderai oltre 22 mila voti e sarai nominato vicesindaco. Poi sarai il candidato presidente del Veneto nel mezzo di una...

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PADOVA - «Ti candiderai a sindaco di Padova, prenderai oltre 22 mila voti e sarai nominato vicesindaco. Poi sarai il candidato presidente del Veneto nel mezzo di una pandemia mondiale. E risulterai anche tu positivo a quel virus». Se quattro anni fa qualcuno avesse fatto una previsione simile ad Arturo Lorenzoni, il professore di Economia dell’Energia si sarebbe fatto una grassa risata. Invece è tutto vero. Dal 2017 ad oggi l’ingegnere ne ha viste di tutti i colori. Ora anche questa. «Vorrei fare un video per tranquillizzare tutti, ma non riesco perché il mio telefono squilla di continuo» racconta lui poche ore dopo aver ricevuto l’esito positivo al tampone.


Professore, come sta?
«Fino all’altra sera bene. Nella notte ho iniziato ad accusare un po’ di tosse e al mattino ho sentito la febbre che saliva, sentendomi spossato. L’ho misurata ed era 37.5. Sono subito andato in via San Massimo, al reparto di Malattie Infettive, per farmi il tampone».
 
Sono positive altre persone a lei vicine?
«Mia moglie è risultata negativa. Riguardo i miei tre figli, due sono via e non li vedo da una settimana. Il terzo è qui a Padova e andrà a farsi anche lui il tampone». 

Lo stato d’animo, invece, com’è?
«Io continuo con la stessa determinazione che ho sempre avuto in questi mesi. Mi spiace questa situazione per tutte le persone che ho incontrato negli ultimi giorni in tanti posti diversi, sia all’aperto sia al chiuso seppur rispettando sempre ogni norma di sicurezza. L’altra sera ero a Castelfranco con il sindaco, pure lui positivo al Covid alcune settimane fa». 

Lei fin dall’inizio dell’emergenza ha fatto continui appelli sull’importanza di rispettare le distanze e indossare la mascherina. 
«Sì e anche in questa campagna elettorale l’ho sempre portata. Sono sempre stato attento tutto. Non mi spiego proprio come possa aver contratto il virus. Giuro che non sono andato a ballare in discoteca». 

Lei prova a sdrammatizzare, ma la sua campagna elettorale cambierà inevitabilmente. 
«Cambierà, certo. Ma guai a dire che la mia campagna è finita. Mi brucia molto dover interrompere gli incontri di persona ma l’impegno che ho preso per il Veneto resta per me di primo piano e non intendo affatto fermarmi». 

Ostenta determinazione, ma ora le difficoltà sono oggettive. 
«Certo, se già prima era complicato avvicinarsi alle persone per farsi conoscere ora lo è ancor di più. Intanto continuerò la campagna elettorale da remoto con incontri in teleconferenza. La mia campagna cambia nelle modalità, non nei contenuti».

Conta di poter tornare in pista prima del voto?
«Questa settimana di sicuro ce la siamo giocata, cautelativamente devo stare a casa per ovvie ragioni. Poi vedremo, non so ancora quando dovrò sottopormi ad un nuovo tampone di controllo. Intanto in questi giorni terremo monitorata la temperatura». 

Nei giorni scorsi lei ha girato il Veneto in lungo e in largo ma è stato anche due volte a Palazzo Moroni.
«Ho partecipato a due incontri pubblici ma sempre tenendo la mascherina e rispettando le distanze. Per il resto ho incrociato qualche dipendente e poche altre persone, ma mi auguro proprio di non aver passato il virus a nessuno. Con il sindaco e gli assessori, invece, ultimamente non ci siamo visti. Solo diversi contatti telefonici». 

C’è un messaggio che vuol mandare in questa giornata inattesa?

«Ribadisco la massima raccomandazione a tenere altissimi il senso di responsabilità e il livello di attenzione. Invito tutte le persone che mi hanno incontrato nell’arco degli ultimi cinque giorni a rivolgersi agli uffici delle rispettive aziende sanitarie per sottoporsi a tampone»
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Il Gazzettino