Caro energia, artigiani in allarme: «Aumenti fino al 280%, un’azienda su tre rischia la chiusura»

Il comparto del legno nel Miranese è sotto pressione per i prezzi dell'energia (foto d'archivio)
MIRANO - Le bollette sono aumentate fino al 300% e la prossima, dalle premesse, rischia di gonfiarsi ancora. Da uno studio dell’ L’Associazione artigiani del...

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MIRANO - Le bollette sono aumentate fino al 300% e la prossima, dalle premesse, rischia di gonfiarsi ancora. Da uno studio dell’ L’Associazione artigiani del Miranese emerge un dato allarmante: un’azienda su tre, nel settore del legno e del manifatturiero, rischia di chiudere. 


«Abbiamo preso a riferimento i periodi del primo e secondo trimestre 2022 e li abbiamo confrontati con gli stessi periodi del 2019, cioè gli ultimi periodi in cui le attività si svolgevano regolarmente prima che la pandemia stravolgesse tutto – spiega Andrea Dal Corso, funzionario dell’associazione –. I dati sono scioccanti, se pensiamo che nel confronto tra primo trimestre 2022 e lo stesso periodo del 2019 l’aumento medio del costo al kwh è del 248% per le imprese artigiane del settore legno e del 280% per le imprese del manifatturiero. Situazione che va peggiorando ulteriormente se guardiamo i dati del secondo trimestre e che diventa drammatica nei mesi di luglio e agosto se consideriamo che il costo medio dell’energia è arrivato al massimo record di 60 centesimi al kwh, mentre nei primi 6 mesi del 2022 oscillava tra i 22 e i 32 centesimi».

Purtroppo la previsione è che la corsa non sia finita e lo scenario si prospetta pessimo nei prossimi mesi. Un esempio, quello di un’officina meccanica della zona: con consumi medi di elettricità è passata dai 3154 euro di bolletta del primo trimestre 2019 ai 13061 dello stesso periodo del 2022. Simile il trend per il secondo trimestre. Nel terzo trimestre non potrà che peggiorare, sapendo che gli aumenti sono letteralmente esplosi nei mesi di luglio e soprattutto agosto e l’azienda si aspetta un salasso.«Queste condizioni non possono essere sostenute ancora a lungo perché i bilanci delle nostre PMI non lo permettono e un’azienda su 3, se qualcosa non cambia immediatamente, è concretamente a rischio chiusura. Altre pensano di sospendere l’attività temporaneamente. Una situazione che si rivelerebbe drammatica nel Miranese, nel quale sono migliaia le persone che lavorano in questo settore». 

Sono circa 225 gli addetti distribuiti su 67 sedi artigiane del Miranese, 2400 nelle 300 ditte manifatturiere. 


«Siamo riusciti a limitare i danni con i pochi strumenti che abbiamo in mano, grazie alla collaborazione tra l’associazione e i nostri consulenti in materia energetica - aggiunge Dal Corso - ma ormai la situazione sfugge a qualsiasi logica ordinaria, non ce la facciamo letteralmente più. Le misure introdotte relative ai crediti d’imposta consentono un sollievo limitato, ma la situazione attuale e la prospettiva dei prossimi mesi richiede interventi più drastici e strutturali, prima che sia troppo tardi. Non è più possibile attuare solo misure tampone come i crediti di imposta o la riduzione degli oneri di sistema, non è più tempo di usare il bisturi, serve molto di più».  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino