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SACILE (PORDENONE) - Inesorabilmente, il caro bollette pesa anche su uno dei nomi più belli ed importanti dell'imprenditoria sacilese. In casa Fazioli si sta correndo ai ripari dopo una bolletta dell'energia elettrica lievitata dai 16.500 euro di luglio 2021 agli oltre 60 mila dello stesso mese 2022. Una cifra che non rappresenta nemmeno il totale dei consumi energetici dell'azienda nota nel mondo per i suoi pianoforti. Come racconta l'ingegner Paolo Fazioli, la sua impresa conta infatti due impianti fotovoltaici che insieme coprono un terzo del fabbisogno aziendale. «Il primo l'abbiamo allestito nel 2011 grazie agli incentivi previsti all'epoca per questo genere di impianti. Poi in pieno Covid, tra il 2019 e il 2020, ne abbiamo approntato un secondo, sempre sul tetto dello stabile dove produciamo i pianoforti». Insieme, quei pannelli arrivano a produrre 400 mila Kwh l'anno. Un aiuto non indifferente, ma insufficiente, considerati i ritmi a cui crescono in questi mesi le bollette. «Anche per il gas stiamo pensando ad una scelta diversa. Attualmente usiamo il metano, ma sarà conveniente passare al più economico Gpl», prevede Fazioli che sull'argomento consumi ha chiesto aiuto agli esperti del Polo tecnologico di Pordenone. «Insieme a loro stiamo studiando sia come ridurre i consumi che tagliare gli sprechi, insieme ad un necessario up grade degli impianti fotovoltaici già attivi».
Bollette pazze, il caso dell'azienda di pianoforti Fazioli
L'ingegnere romano che ha scelto Sacile per produrre i suoi gioielli, «a Roma non era possibile lavorare», spiega che sono parecchie le fasi della lavorazione in cui la Fazioli consuma energia. «Anche a prodotto finito perché è necessario mantenere un ambiente stabile e con determinate caratteristiche per non rovinare i pianoforti». Servono venti gradi di temperatura e un'umidità al 50% precisa Fazioli che, interrogato sul futuro, non nasconde una sorta di attrazione per il nucleare. «Ai tempi del referendum io votai a favore.
Materie prime, costi alle stelle
Anche Fazioli ha visto le materie prime crescere in maniera evidente. «Il legno che usiamo viene dalla Val di Fiemme e dal tarvisiano. Legno d'abete, ma anche l'acero canadese e il mogano africano. A parte quest'ultimo, gli altri sono tutti rincarati anche del triplo». Ognuno dei 150 pianoforti che la Fazioli crea ogni anno e che compongono il fatturato che oggi è di 10 milioni di euro, può costare dai 90 ai 170 mila euro «Ed un leggero aumento dei prezzi abbiamo già dovuto deciderlo. Il dubbio è che non sarà l'unico, da qui a fine anno». I pianoforti di Fazioli sono acquistati da teatri, sale da concerto, professionisti di successo: «Talvolta anche super ricchi che chiedono delle particolari personalizzazioni - racconta l'ingegnere che da lavoro a 55 dipendenti -. Ormai sono l'ultimo rimasto di coloro che hanno iniziato questa avventura oltre 40 anni fa».
Lavorare alla Fazioli, dipendenti assunti giovani e formati
Con un prodotto così artigianale e di pregio, avete anche voi problemi a trovare personale? «Sì e no. Per le particolari esigenze che abbiamo, prendiamo dei giovani che poi formiamo al nostro interno». Non lo dice, ma la sensazione è che mestiere e stipendio tengano legati al nome Fazioli coloro che vi iniziano una carriera lavorativa. Del resto, deve dare una certa soddisfazione addormentarsi la sera pensando di aver contribuito a creare uno dei preziosi gioielli della casa sacilese.
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Il Gazzettino