Arrivano le Theròseghe: lunatiche e capricciose per stregare il paesino

Arrivano le Theròseghe, le buffe creature che stregano Erto
ERTO (Pordenone) - Arrivano le Theròseghe, le buffe creature che stregano il paesino di Erto. Ma chi sono? Le Theròseghe hanno deciso di tornare durante le...

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ERTO (Pordenone) - Arrivano le Theròseghe, le buffe creature che stregano il paesino di Erto. Ma chi sono? Le Theròseghe hanno deciso di tornare durante le festività invernali di quest’anno e, per loro, la comunità ha decorato le vie del centro storico e l’abitato nuovo di Erto con vestiti colorati, scope di saggina e l’immancabile sagoma del profilo furbetto della Theròsega, uniti alla fantasia e all’abilità degli ertani.


Dal racconto popolare 
L’ispirazione arriva dal racconto popolare della Theròsega di Erto, che tutti gli abitanti conoscono bene e tramandano di famiglia in famiglia, di madre in figlia: la Theròsega incontra ogni inverno San Giovanni e ogni volta lo prega di essere battezzata. San Giovanni accetta e le chiede di andare a prendere l’acqua per poterla benedire e procedere al battesimo. La Theròsega corre a rifornirsi di acqua ma, decidendo di riposarsi un po’ prima di tornare dal santo, si addormenta fino al mattino dopo e perde l’occasione di essere battezzata. Ci riproverà l’anno dopo.

Si tratta di un modo per sottolineare la ciclicità degli eventi ma anche per segnare l’attesa delle tanto attese festività natalizie. L'Ecomuseo Vajont anche quest’anno racconta l’invasione delle Theròseghe sui social network, in particolare sulla pagina Facebook www.facebook.com/ecomuseovajont, dove si possono scoprire e i luoghi del paese dove sono nascoste, ma anche pubblicare foto e lasciare commenti sull’evento. Facendo sempre attenzione a non offendere la sensibilità delle capricciose, lunatiche e bacchettone Theròseghe di Erto: non si sa mai che abbiano pronto del carbone da far trovare nella calza il giorno dell’Epifania. Queste buffe creature si nasconderanno tra le mura e gli angoli di Erto fino al 31 gennaio.  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino