Cipriani scrive: ho difeso un'anziana Ma era soltanto una provocazione

Arrigo Cipriani
VENEZIA - A 82 anni Arrigo Cipriani, noto ristoratore e uno dei personaggi più in vista di Venezia, non ha perso la sua consueta verve. E davanti a una situazione di palese...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
VENEZIA - A 82 anni Arrigo Cipriani, noto ristoratore e uno dei personaggi più in vista di Venezia, non ha perso la sua consueta verve. E davanti a una situazione di palese ingiustizia ha deciso di far giustizia di persona, anche se poi, ha detto, si trattava soltanto di una provocazione.




Ha scritto Cipriani in una lettera: "Ieri in vaporetto ho visto, seduto nei posti per anziani, un giovane che non si voleva alzare per far sedere una povera vecchietta. L'ho preso per il collo e gli ho dato un pugno da farlo cadere svenuto per terra. La vecchietta si è seduta e il giovane è stato premurosamente e doverosamente soccorso dal marinaio e dal capitano. Ho 82 anni e non sopporto la prepotenza e la violenza".



Successivamente Cipriani ha spiegato che ce l'aveva con i suoi concittadini che protestavano per i villeggianti maleducati e che la lettera era un bluff: «La gente non ha più il senso dell'umorismo, mi spiace di avere creato tanto scompiglio, i miei concittadini non se la devono prendere, volevo solo invitarli a non essere così intolleranti». Qualche volta, ammette, «i turisti esagerano e finiscono per schiacciare la città sotto la loro invasione» ma in ogni caso «l'unica soluzione è la tolleranza. Tanto più - conclude con un sorriso - che Venezia deve al turismo la propria sopravvivenza. Non ce lo dimentichiamo». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino