Faceva il turista in Prato della Valle, ma era latitante da 15 anni

Faceva il turista in Prato della Valle, ma era latitante da 15 anni
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Venerdì pomeriggio, ora dell’aperitivo. Prato della Valle pieno di bambini che giocano, signore che passeggiano, ragazzi che ascoltano musica sull’erba. In questo scenario si era mescolata, convinta di non dare nell’occhio, Karina Veronica Pardave Diaz. La quarantenne messicana era abituata a farla franca e passare inosservata, ma questa volta non ce l’ha fatta. Ricercata dal 2005 per traffico internazionale di stupefacenti, su di lei pendeva da 15 anni un mandato di cattura internazionale e l’altro ieri sera è stata arrestata dai carabinieri di Prato della Valle. Ora è rinchiusa in una cella del carcere femminile di Montorio (Verona) e sulla sua situazione dovrà pronunciarsi la prossima settimana la Corte d’Appello di Venezia. 


A PASSEGGIO
La donna, che secondo le verifiche degli investigatori viveva a Barcellona, era arrivata a Padova da pochi giorni (con ogni probabilità in auto) e dormiva in un appartamento della città. Era in Veneto per fare la turista, pur sapendo perfettamente che le forze dell’ordine avrebbero potuto ancora darle la caccia. Nei suoi confronti, infatti, ad aprile 2005 il tribunale venezuelano dello Stato di Vargas aveva emesso un mandato d’arresto internazionale per traffico internazionale di cocaina. Il suo nome, dunque, compariva in tutti i database dell’Interpol. 

LE VERIFICHE
Alle sei del pomeriggio i carabinieri della stazione guidata dal comandante Giancarlo Merli l’hanno fermata per un controllo ma hanno capito subito che c’era qualcosa che non andava. Quella donna sola era priva di documenti d’identità e aveva fornito un nome che non risultava agli archivi digitali. Un nome leggermente diverso da quello reale. Insospettiti, i carabinieri hanno deciso di accompagnarla al vicino comando per fotosegnalarla e spedire tutto all’Interpol. La risposta è arrivata a stretto giro: si trattava proprio di Karina Veronica Pardave Diaz, ricercata da ben 15 anni. La donna era stata fermata nel 2015 dalle autorità iberiche ma poi lo Stato spagnolo e quello venezuelano non avevano trovato un accordo per l’estradizione. Venerdì non ha opposto resistenza

LA COLLABORAZIONE
Fondamentale in questo caso è stata la collaborazione tra carabinieri e Interpol, organizzazione internazionale della polizia criminale composta da 190 Paesi membri. La sede generale è a Lione ma ogni Stato ha il proprio ufficio centrale che coordina le forze dell’ordine come capitato venerdì con i carabinieri. 

L’autorità venezuelana attende da tempo di poterla giudicare e proprio nel 2015 l’ufficio venezuelano dell’Interpol aveva diffuso pubblicamente su Twitter la foto della donna. Le carte sono ora nella sede della Corte d’Appello di Venezia, che dovrà decidere sull’estradizione. A Venezia arrivano moltissimi fascicoli di questo genere legati a soggetti ricercati perché gravati da mandati di cattura internazionale. In questo caso per smascherare la donna è bastato un controllo dei carabinieri in Prato della Valle, molte altre volte invece lo strumento decisivo è l’allert che scatta in automatico quando un ricercato si presenta per dormire una notte in una stanza d’albergo.  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino