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ROVIGO - Alla Pugilistica rodigina Beh Alassane Traore ha trovato una nuova famiglia. A Rovigo è arrivato dalla Costa d'Avorio, dove ha attraversato due guerre civili tra il 2002 e il 2011. Solo quest'anno, 10 anni dopo i disordini in cui rimasero uccise almeno 3 mila persone e a 5 mesi dalle elezioni dello scorso 6 marzo, si sono visti assieme e chiamarsi fratelli il presidente eletto Alassane Ouattara, ora al terzo mandato, e il precedente e rivale di vecchia data Laurent Gbagbo, che sconfitto al voto nel 2010 si rifiutò di cedere il potere a Ouattara e fu poi espulso, finendo in giudizio alla Corte penale internazionale dell'Aia, dov'è stato assolto lo scorso giugno. Quegli scontri divisero il nord e il sud della Costa d'Avorio, lasciando il Paese fratturato. E hanno diviso anche Beh Alassane dalla famiglia: i 5 fratelli, papà e mamma non ha più potuto incontrarli. Li sente regolarmente, certo, ma non li ho più visti, racconta.
NUOVA FAMIGLIA
E così chi vede ogni giorno da almeno 4 anni sono i maestri Cristiano Castellacci, Carlo Brancalion ed Enrico Pizzardo, i compagni di boxe e i compagni di allenamenti che non sono solo atleti, perché nella palestra in viale Trieste i giovani si allenano a fianco degli anziani, i rodigini a fianco degli immigrati. E come succede in ogni famiglia, per il nuovo arrivato Beh Alassane si trovò subito anche il soprannome: Arnold. Proprio come Il mio amico Arnold? «Sì, tutti abbiamo un soprannome», risponde Beh Alassane sorridendo pensando all'amico Spillo, anche lui ieri sul ring del 46° Trofeo Guido Ferracin.
PROFESSIONISMO
Il debutto tra i professionisti di Beh Alassane Traore è arrivato dopo i 25 incontri di un percorso iniziato tra i dilettanti senior nei mediomassimi sconfiggendo ai punti Salvatore Bocchetti, nel novembre 2017, all'interno del programma del 7° memorial Bruno Ravaglia, a Granarolo Faentino.
LA SCOPERTA
La boxe infatti l'ha incontrata un anno dopo l'arrivo a Rovigo, complice un ragazzo - pure lui accolto dalla cooperativa sociale Di tutti i colori - che già si allenava con la Pugilistica rodigina. E così dalla vita, e dalla boxe, Beh Alassane ha imparato presto che Dentro un ring o fuori non c'è niente di male a cadere. È sbagliato rimanere a terra. Lo diceva Muhammad Ali, il più grande pugile di tutti i tempi e un esempio anche per i 25 mila ivoriani - dato aggiornato all'agosto 2020 - che dal 2016 sono arrivati in Italia via mare: è il terzo numero di migranti per Paese di provenienza, dopo Nigeria e Guinea, nell'utilizzo della rotta del Mediterraneo centrale, dove a chi non può permettersi un biglietto aereo resta la scelta di ottenere biglietti di boxe: vale a dire i biglietti da ripagare una volta arrivati a destinazione, con interessi a volte due o tre volte l'importo originale. Beh Alassane è un atleta con una storia dove la coincidenza - quando si parla di boxe - è riuscire a combinare difesa e colpo con un adeguato pressing. All'arrivo a Rovigo ha trovato l'accoglienza e il sostegno di Di tutti i colori e anche se «all'inizio non è stato facile», passate le prime esperienze lavorando in campagna, «adesso - racconta - faccio l'elettricista, ho un appartamento e sto facendo la patente». Per tutto questo, chiedergli alla vigilia del debutto da pro se ci fosse più emozione oppure orgoglio nel diventare professionista, la risposta è stata semplice: «C'è davvero tutto».
Il Gazzettino