Imbarcazione della Prima Guerra Mondiale scoperta nelle acque di Grado

Imbarcazione della Prima Guerra Mondiale scoperta nelle acque di Grado - Foto di 3347641 da Pixabay
GRADO - I resti di un'imbarcazione della Prima Guerra Mondiale adagiata nel fondale, in corrispondenza della confluenza del canale Isonzato nel fiume Isonzo, in...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

GRADO - I resti di un'imbarcazione della Prima Guerra Mondiale adagiata nel fondale, in corrispondenza della confluenza del canale Isonzato nel fiume Isonzo, in località Punta Sdobba di Fossalon di Grado (Gorizia).

Sono stati rinvenuti nel corso del monitoraggio da parte dei Carabinieri del Nucleo per la Tutela del Patrimonio Culturale di Udine, in collaborazione con il Centro Subacquei di Genova. Si tratta di un pontone della Regia Marina, un grosso e robusto galleggiante usato durante la Grande Guerra per azioni di appoggio e di fiancheggiamento sul basso Isonzo e sul basso Piave, realizzato nei primi del Novecento presso l'Arsenale di Venezia.

Nel corso della perlustrazione, nel tratto lagunare compreso tra il Canale delle Mee sono stati ritrovati anche 7 resti di anfore biansate vinarie greco-italiche databili al III secolo d.C. e altri 14 reperti ceramici romano-aquileiesi di epoca imperiale e altomedievali di produzione bizantina. Inoltre, il sito noto come Grado 2 ha restituito 5 elementi di anfore vinarie, a testimonianza dei commerci che si svolgevano da una sponda all'altra dell'Adriatico tra i popoli che lo abitavano in epoca pre-romana. I manufatti archeologici recuperati sono stati affidati alla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio del Friuli Venezia Giulia. I relitti saranno sottoposti a ulteriori attività di studio e messa in sicurezza.

Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino