Salvini dà l'ok: Halyna può restare per assistere la madre malata

Mamma e figlia
MANSUÈ  Si è appellato al ministro dell’Interno Matteo Salvini. Lui è Luigi dal Bò di Mansuè: perché la sua compagna Natalya,...

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MANSUÈ  Si è appellato al ministro dell’Interno Matteo Salvini. Lui è Luigi dal Bò di Mansuè: perché la sua compagna Natalya, 55 anni, invalida grave in seguito ad un incidente stradale a Pordenone, rischia di restare senza la figlia Halyna  che l’accudisce: ha esaurito l’ultimo permesso di 3 mesi concessole per stare in Italia e deve rientrare in Ucraina. Senza di lei la situazione dell’invalida rischia di precipitare. Ma il ministro Salvini ieri ha risposto positivamente.

L’APPELLO Ha chiesto aiuto alle istituzioni quest’uomo che, fuori della sua casa a Mansuè, ha il tricolore che sventola gagliardo. Il caso è semplice nella sua drammatica realtà: per andar avanti Natalya ha bisogno della figlia che l’accudisce in tutto e per tutto. Confrontandosi pure con i medici, perché la 55enne, in Italia da vent’anni, che si esprimeva bene in italiano, in seguito all’incidente ha dimenticato la nostra lingua e parla solo ucraino.  Dal Bo’ ha chiesto al ministro dell’Interno un permesso di soggiorno straordinario per motivi umanitari.
Poche ore sono trascorse dall’appello apparso sui media alla telefonata che è partita dalla questura di Treviso diretta a Leonio Milan, sindaco di Mansuè.
«Mi hanno chiamato dalla questura per informarmi che il problema è in via di soluzione – spiega il sindaco Milan -. Potranno essere concessi dei permessi temporanei, così com’è avvenuto fino ad ora, di tre mesi in tre mesi, fino a quando la situazione della signora Natalya non migliorerà. Stamane (oggi per chi legge ndr) mi incontrerò con il signor Dal Bo’ per definire il percorso nei dettagli». In questura la vicenda di Luigino Dal Bo e della compagna Natalya la conoscono bene. «È da un anno che la seguo – conferma Dal Bo’ -. Ad Halyna sono stati concessi dei permessi temporanei, talvolta è dovuta rientrare in Ucraina perché altrimenti poi non l’avrebbero più lasciata uscire dal suo paese. Il problema stava nel fatto che non potevano più dare simili permessi temporanei. Io non sapevo più dove sbattere la testa. Perché senza sua figlia la mia compagna Natalya è perduta, e sarebbero vanificati anche quei progressi che è riuscita a compiere in questi mesi. È per questo motivo che ho pensato al ministro».
L’INCIDENTE Natalya Vinnytska, in Italia da parecchi anni, lavorava a Pordenone. Dopo un periodo di convivenza lei e Luigi Dal Bo avevano deciso di sposarsi. Non era stato semplice definire i documenti con il consolato ma alla fine ce l’avevano fatta. Fissata la data: 6 luglio 2018. Il giorno prima a Pordenone, mentre attraversava la strada sulle strisce pedonali, la donna venne investita da un’auto. Subendo, oltre alla frattura del bacino e di alcune costole, un trauma cranico encefalico. È l’inizio di un incubo. Natalya è costretta su una sedia a rotelle, deve essere assistita 24 ore su 24 in tutto e per tutto. Luigi Dal Bo’ mantiene la sua promessa a Natalya: anche se non sono ufficialmente sposati, non l’abbandona, è la sua compagna nella salute come nella malattia. Dall’Ucraina arriva a Mansuè la figlia Halyna che si prende cura della mamma. Le attestazioni mediche parlano chiaro: Natalya Vinnytska «necessita di assistenza continua nello svolgimento delle funzioni primarie (vestizione, igiene personale, alimentazione). Presenta difficoltà linguistiche che limitano l’interazione con l’ambiente».
IL RECUPERO Dimessa dall’ospedale riabilitativo di Motta di Livenza pochi mesi fa, la donna ha iniziato un lento recupero. «Ha una fortissima forza di volontà – sottolinea il compagno – e l’aiuto della figlia le è indispensabile anche per lo svolgimento degli esercizi di riabilitazione». Ora il caso è risolto, Halyna potrà restare in Italia, continuando ad assistere la sua mamma.

E Luigi Dal Bo’ è fiducioso: c’è sempre quella promessa di matrimonio da adempiere, spera con tutto il cuore che Natalya recuperi. Così da poter invitare alle loro nozze anche il ministro Matteo Salvini. 
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Il Gazzettino