Da cameriere a regista, l'appello di Francesco sul web: «Finaziate il mio film, vi metto nei titoli di coda»

Francesco Roder Bullé Goyri
SACILE - Si chiama Francesco Roder Bullé Goyri perché con doppio cognome, essendo per metà messicano e per metà italiano. Di Sacile. Alla soglia dei 40...

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SACILE - Si chiama Francesco Roder Bullé Goyri perché con doppio cognome, essendo per metà messicano e per metà italiano. Di Sacile. Alla soglia dei 40 anni e appassionato di cinema dai tempi delle superiori, Francesco ha deciso che era tempo di dare alla luce un lungometraggio tutto suo. Trasferitosi da qualche mese a Roma, Roder ha fatto il grande salto dopo aver firmato una serie di corti e lunghi studi prima al Dams dell'Università di Udine, sede di Gorizia, dove si è laureato, e poi nella capitale, per imparare l'arte della regia. Ha goduto di un buon successo un suo cortometraggio girato nel 2014 a New York, storia dell'ultima notte d'amore tra due donne quarantenni, che gli è valso anche riconoscimenti. Nel 2016 ne ha girato un secondo intitolato L'intruso che è il seme da cui nasce il film vero e proprio, seguito poi da un documentario sugli immigrati a Pordenone finanziato dal MibAct e che è stato nel palinsesto di Raiplay.


Lavori di discreto spessore, ma che non sono bastati a garantirgli un produttore che coprisse i costi del nuovo film e dunque Francesco ha fatto la sua scelta: se l'è pagato in buona parte da solo: 25 mila sudatissimi euro. «Non mi autofinanzierò mai più, questo è sicuro» e comunque non sono bastati. Così, per affrontare le ultime spese di montaggio e post produzione audio si è affidato alla rete attraverso il crowdfunding, lanciando l'appello a donare anche ai suoi concittadini sacilesi. Ps: garantita a tutti i donatori la citazione nei titoli di coda, e a chi elargisce di più il titolo di produttore associato.
L'obbiettivo che si è prefissato è sei mila euro, è già ad un passo dai 4. 400. In attesa che il suo film sia pronto, si intitola Sottopelle, Francesco fa di tutto.

In queste settimane potreste vederlo in Tv dove sta passando in uno spot di una nota catena di elettrodomestici, nei panni di uno che aspetta impaziente un pacco che non arriva. Lo dice sorridendo, «meglio che fare il cameriere, come in passato. Quello del recitare probabilmente ormai è un percorso finito, ho avuto delle particine in alcuni buoni film, credo mi resterà come hobby» dice. In realtà qualche soddisfazione se l'è presa. Ha avuto parti in pellicole come Bella addormentata di Marco Bellocchio, del 2012, in Il grande passo di Antonio Padovan (2019) e in Tv nella serie Volevo fare la rockstar. Comunque, piedi ben piantati per terra, è conscio anche delle difficoltà della carriera di regista, ma non demorde. Presenterà il suo lavoro al Solinas, il più importante concorso italiano per sceneggiature originali. Essere nella manciata di finalisti potrebbe aprire più di qualche porta. Spiega che il proliferare delle piattaforme on demand (Prime, Netflix e via dicendo) non ha fatto molto bene a chi scrive sceneggiature o dirige film. «Pagano sui 30 centesimi per ora visualizzata, e quando li copro così i soldi spesi per il film?».


Di casa nostra anche la protagonista di Sottopelle: è la pordenonese Federica Del Col, già vista in Tv nella terza stagione della fiction Dottoressa Giò di canale 5 e con una discreta carriera alle spalle. La trama. Il film è un thriller dai toni molto drammatici e non manca di qualche rara venatura horror. Non spaventa, ma inquieta. Racconta di una donna sposata e senza figli che viene violentata e si trova davanti al dilemma se tenere o meno il bambino. Il marito le dice che accetterà la sua scelta. Il finale ovviamente non si racconta. Si spera invece di poterlo vedere presto sugli schermi.
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Il Gazzettino