Appello del pizzaiolo afghano: «Proverò a salvare tutta la mia famiglia»

Gulbadin Ahmedzai
PADOVA  - «In questi giorni continuo a ribadire loro la mia promessa: Vi porterò tutti qui al sicuro». Gulbadin Ahmedzai aspetta da quasi sei anni di poter...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

PADOVA  - «In questi giorni continuo a ribadire loro la mia promessa: Vi porterò tutti qui al sicuro». Gulbadin Ahmedzai aspetta da quasi sei anni di poter rivedere i suoi genitori, le cinque sorelle e il fratellino, tutti più giovani. Inclusa la più piccola, che non ha mai incontrato di persona, lui che vive ad Abano Terme e gestisce una pizzeria a Padova. 


Sperava di rivederli facendo loro visita nella sua terra natale, in Afghanistan, e non cercando di disperatamente di trarli in salvo da un clima di panico e totale incertezza come quello che il Paese sta vivendo in questi giorni. «I bambini non possono andare a scuola, per gli adulti è difficile lavorare e persino uscire di casa. Tutti cercano di scappare, ma lasciare Kabul è impossibile. Soprattutto, c'è una folle paura e una totale incertezza per il futuro» spiega il 24enne. Lui in Italia ci è arrivato nei primissimi giorni del 2016: prima per un anno a Gorizia, poi ospite di una famiglia di Tribano incontrata grazie al sostegno di Refugees Welcome. Nel Padovano ha potuto studiare, ha imparato perfettamente l'italiano, ha trovato lavoro per due anni in un hotel di Abano Terme e a marzo ha avviato la sua attività in centro a Padova. Con il suo lavoro aiutava la famiglia a Kabul, ora è la loro unica fonte di reddito perché il padre non può più lavorare. 

I PROGETTI
Fino a qualche giorno fa nei progetti a breve termine di Gulbadin c'era trovare un appartamento in città, più comodo per spostarsi. Ora c'è il drammatico bisogno di salvare la sua famiglia. «Dal giorno in cui sono nato a quello in cui ho lasciato l'Afghanistan non ricordo una sola sera in cui sono potuto uscire di casa senza avere paura racconta . La situazione è sempre stata instabile, il pericolo tangibile. Dagli anni Novanta fino a quelli della presenza statunitense. Mio fratello di 13 anni è morto a causa dell'esplosione di un ordigno. I talebani hanno sempre promesso il rispetto dei diritti umani, delle donne, invece è solo propaganda. Almeno prima si poteva andare a scuola, al lavoro. Adesso nemmeno quello. Non ci sono prospettive, si rischia la vita».
Vita che lui ha già messo in gioco per arrivare qui, con un estenuante viaggio di oltre sei mesi attraverso undici Stati. «Sono partito dall'Afghanistan e passato per Pakistan, Iran, Turchia, Bulgaria, Serbia, Croazia, Slovenia, Austria e Germania prima di arrivare a Gorizia dove avevo alcuni connazionali ricorda il 24enne . Ho vissuto nei boschi, fatto a meno di mangiare per giorni, viaggiato a piedi e nascosto in auto e camion. Sono rimasto settimane fra Iran e Turchia perché al confine sparavano ai profughi. La famiglia voleva restare in Afghanistan, ora non voglio altro che portarli in salvo qui con me».

L'AMICO

E lo stesso sta cercando di fare l'amico Wali Mohammad Ahmadzai, riparato in Italia a inizio anno. Lui a Kabul lavorava per il governo afghano e ora sta tentando di salvare i suoi sei figli: «Se fossi rimasto lì mi avrebbero ucciso ha spiegato . Spero di riuscire a riavere i miei ragazzi sani e salvi. Lì non hanno modo di poter studiare, avere una carriera, nulla».
  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino