Jesolo. Discoteche all'ultima spiaggia: «Senza una svolta costretti a chiudere»

Jesolo. Discoteche all'ultima spiaggia: «Senza una svolta costretti a chiudere»
JESOLO - Un protocollo di sicurezza per consentire di aprire le discoteche. O in alternativa, come ultima soluzione, la sospensione della licenza di locale da ballo per attivare...

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JESOLO - Un protocollo di sicurezza per consentire di aprire le discoteche. O in alternativa, come ultima soluzione, la sospensione della licenza di locale da ballo per attivare solo quella legata alla somministrazione e riconvertire, seppur temporaneamente, i locali in ristoranti. Sono le soluzioni al vaglio dai gestori del mondo della notte, che hanno già scritto due lettere al Governo per chiedere un sostegno diretto ma senza ricevere alcuna risposta.

Per questo, se nelle prossime ore non arriverà una comunicazione da Palazzo Chigi, i gestori di discoteche e disco-pub sono pronti a scendere a Roma per protestare, fissando come ipotetica data dalla manifestazione quella del prossimo 15 maggio. «Il momento è difficilissimo – spiega Maurizio Pasca, presidente nazionale del Silb, il sindacato dei locali da ballo – purtroppo lo stato si è dimenticato di noi. Lo scorso 20 marzo abbiamo scritto una lettera al premier Conte per chiedere azioni di sostegno. Chiedevamo di equiparare l’Iva per i locali agli settori dello spettacolo, passando dal 22 al 10%. Abbiamo chiesto possibilità di accesso al credito, l’attivazione dei voucher e una mediazione per gli affitti dei locali. Purtroppo non abbiamo ricevuto alcuna risposta e per questo abbiamo inviato la stessa lettera per la seconda volta. A Vittorio Colao che guida la task force del governo abbiamo inviato un protocollo per aprire in sicurezza: proponiamo la riduzione della capienza, ingressi contingentati e la misurazione della temperatura con i termoscanner per chi entra. Ci sembra una buona proposta, di certo non possiamo chiedere ai giovani di andare in discoteca con guanti e mascherina. Ci auguriamo di ricevere una risposta, se così non sarà non ci resta che andare a Roma per protestare».

Massima anche l’attenzione nei confronti dei possibili abusivi, ovvero bar e ristoranti che al primo giugno apriranno e cercheranno di colmare il vuoto delle discoteche. «Noi non abbiamo date certe – dice sempre Pasca – c’è chi ipotizza luglio, alcuni luglio e altri ancora dicembre. Noi diciamo che quest’estate i ragazzi non staranno a casa e cercheranno chi proporrà degli eventi. Chiediamo che ci sia la massima vigilanza». A Jesolo, dove ogni locale per colpa delle chiusure di aprile e maggio ha registrato delle perdite di almeno 200 mila euro, si sta comprendendo maggiormente il valore dei locali. «Non ci può essere il mondo del giorno senza quello della notte – commenta Franco Polato, presidente provinciale del Silb – noi siamo stati i primi a chiudere, per senso di responsabilità, ma non sappiamo quando apriremo. Stiamo studiando un’alternativa, quella di sospendere la licenza di locali da ballo e tenere attiva solo quella della somministrazione per permettere ai locali di accogliere i propri ospiti, propendo delle cene con musica e in contesti diversi da quelli dei classici ristoranti, ovviamente rispettando le varie prescrizioni. È un modo per traghettare le attività verso la fine di questa situazione, il Comune sembra disposto ad accogliere la proposta, ci attendiamo una risposta a breve». Sempre a Jesolo Luciano Pareschi, patron di Caribe Bay e del Vanilla Club, ha sottolineato l’assenza di risposte dal governo. «Ho parlato per due volte – commenta – con il ministro Dario Franceschini, purtroppo non ci ha badato. Per il governo se parliamo di intrattenimento esiste solo il cinema, il teatro e i musei. I locali e parchi di divertimento non sono contemplati. Germania i parchi sono chiusi ma hanno già deciso quando apriranno. Per noi non c’è alcuna certezza». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino