«Mi butto dal ponte, venite a recuperare il corpo», uomo di 68 anni salvato dai carabinieri

Ponte di Quero
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QUERO VAS - «Pronto, carabinieri? Sto per lanciarmi dal ponte di Quero-Vas: venite a recuperare il corpo». Per chi non è del mestiere, chiamate di questo tipo arrivano come sassate. Sono pugni allo stomaco che nessuno vorrebbe mai ricevere e contro i quali non esiste una risposta specifica. I militari dell'Arma che hanno afferrato la cornetta e risposto all'uomo sono invece riusciti a mantenere il sangue freddo, distrarlo e intanto inviare una pattuglia sul posto. È iniziata così una corsa contro il tempo che si è conclusa in pochi minuti con il vice brigadiere e l'appuntato scelto qualifica speciale anziano della Radiomobile di Feltre che hanno afferrato il 68enne di Quero e l'hanno tirato al di qua del parapetto, verso la vita.



UN AMORE FINITO
È una storia a lieto fine: iniziata con la rottura di una relazione dopo 40 anni di matrimonio, proseguita con il desiderio di mettere fine al tormento e al dolore legati a quella perdita, e terminata con il salvataggio in extremis dell'uomo sulla strada provinciale 1. Sono le 13.30 di lunedì scorso. Il 68enne, in bilico sul parapetto del ponte di Quero-Vas, chiama il 112. Ad agganciare la telefonata è però la centrale dei carabinieri di Castelfranco Veneto (Treviso) a cui l'uomo racconta le sue intenzioni. Tra qualche minuto mollerà la presa e si lascerà cadere nel vuoto. «Ve lo dico ha spiegato il 68enne soltanto per fare in modo che poi riusciate a trovare il corpo velocemente». I carabinieri capiscono subito che non sta scherzando e cominciano a farlo parlare.

IL BLITZ RISOLUTIVO
In altre parole, a distrarlo. «Ogni tanto ci chiamano ha raccontato Luca Innelli, comandante della compagnia di Feltre e si tratta di falsi allarmi. In questo caso, invece, i colleghi hanno compreso che la cosa si stava concretizzando veramente. Sono riusciti a instaurare un dialogo con lui e nello stesso tempo ad avvisare la nostra centrale che per fortuna aveva una macchina della radio-mobile nelle vicinanze». I carabinieri di Feltre raggiungono il ponte in sette minuti e durante il tragitto ascoltano la telefonata che i colleghi di Castelfranco stanno cercando di prolungare il più a lungo possibile. Arrivano senza sirene e dal lato cieco dell'uomo. Lui non può vederli, ma loro vedono lui: è sospeso nel vuoto; una mano sostiene il cellulare vicino all'orecchio; l'altra è aggrappata al parapetto.
LA BUSTA AL BAR
«Hanno fatto un salto ha continuato Innelli e sono riusciti a placcarlo e a tirarlo indietro. Poi sono caduti tutti e tre sull'asfalto. Lui era ancora al telefono tant'è che il primo pensiero dei colleghi di Castelfranco è stato che si fosse buttato perché non avevano sentito più nulla». Poco dopo arrivano le voci. Uno dei carabinieri afferra il telefono ed esclama: «È salvo». Mentre accadeva questo, la titolare di un bar della zona raggiungeva la caserma di Feltre con una busta che un uomo (il 68enne, appunto), cliente abituale del locale, le aveva consegnato quella mattina. Era una busta gialla indirizzata alla Procura e alla Questura di Belluno. Ovviamente, la donna si è insospettita ed è corsa dai carabinieri.

LE ULTIME VOLONTÀ

All'interno sono stati trovati: il testamento in cui il 68enne distribuiva i suoi averi; una busta contenente soldi e istruzioni per pagare una serie di cose pendenti (un finanziamento, le ultime bollette, etc.); una lettera chiusa indirizzata all'ex moglie che l'aveva appena lasciato dopo 40 anni di matrimonio (motivo che l'aveva spinto al folle gesto); messaggi in cui salutava alcuni amici. Come già anticipato, è una storia a lieto fine e l'uomo è stato trasportato in ospedale per gli accertamenti necessari. Al Pronto soccorso è finito anche il vice brigadiere della radio-mobile che, durante la caduta sull'asfalto, ha riportato una sospetta frattura del menisco. Un prezzo tuttavia accettabile perché intanto, insieme al collega, ha salvato una vita umana.
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Il Gazzettino