Duemila anziani senza un letto, le case di riposo "scoppiano" e non hanno più posti

Anziani nei corridoi di Casa Serena, residenza di Pordenone
PORDENONE - Sono quasi 400 solo a Pordenone, tra Casa Serena e l’Umberto I di piazza della Motta. Sono altri 200 nell’hinterland, con il picco a Cordenons. Novanta a...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
PORDENONE - Sono quasi 400 solo a Pordenone, tra Casa Serena e l’Umberto I di piazza della Motta. Sono altri 200 nell’hinterland, con il picco a Cordenons. Novanta a Sacile, e così via, sino a raggiungere quasi duemila persone a livello provinciale. Anziani spesso soli, in attesa di un posto che in casa di riposo al momento non c’è. E la media sfiora il rapporto uno a uno, perché se è vero che in tutta la provincia di Pordenone - considerando solamente le strutture che si riferiscono al settore della sanità pubblica - i posti letto sono 1852 - lo è altrettanto il fatto che fuori dalle strutture ci sono altrettante persone in attesa di farvi ingresso, le quali oggi rimangono ancora (quando va bene) a carico delle famiglie di appartenenza. 

L’EMERGENZA
Invecchiamento progressivo della popolazione, aumento dell’aspettativa di vita e soprattutto la gestione della terza età in solitudine, con il peso della cronicizzazione delle patologie e delle disabilità proprie della vecchiaia. Nel Friuli Occidentale si sta vivendo un’emergenza silenziosa, avvertita soprattutto tra le corsie e le camere delle case di riposo della provincia. È vero che in alcuni casi non basta il singolo dato a comprendere la situazione, perché spesso le persone che fanno domanda di accesso nelle strutture presentano lo stesso documento in più paesi, ma è indubbio che ci si trovi di fronte a un problema di difficile risoluzione, perché per vedere realizzate le nuove case di riposo o gli ampliamenti previsti ci vorranno anni. «Solo a Pordenone - spiega Antonino Di Pietro, presidente dell’Umberto I - ci sono circa 300 persone in coda per un posto nelle due strutture, compresa Casa Serena». E c’è il rischio che si assista allo stesso fenomeno che preoccupa il mondo ospedaliero e cioè alla “fuga” verso le strutture private, anche fuori regione. «È una possibilità», ammette sempre Di Pietro. 
LA RICETTA
Due nuove case di riposo a Pordenone, l’aumento dei posti letto in diversi comuni del territorio come ad esempio avverrà a breve a Sacile. Ma i tempi saranno in gran parte dei casi troppo lunghi per poter arginare l’emergenza. Ecco allora che nel breve periodo si dovrà pensare ad estendere la rete assistenziale collaterale, cioè portata direttamente a domicilio. «Il rischio è quello di una progressione geometrica del fenomeno - aggiunge sempre Di Pietro -, per questo contiamo di aumentare sia la qualità che la quantità dei servizi offerti dalla struttura. E non stiamo parlando solamente di quelli interni, ma anche e soprattutto di quelli propri dell’assistenza esterna». Trasporti, visite a domicilio, accompagnamento nelle varie fasi della terza età per le persone autosufficienti. Così, in attesa delle nuove case di riposo, potrà essere gestito l’invecchiamento della popolazione. 

A tutto ciò però si deve aggiungere una novità poco gradita dai tanti ospiti delle strutture e dalle rispettive famiglie. Da inizio anno, infatti, casa di riposo per casa di riposo si potrà assistere a un aumento delle tariffe che potrà variare da 50 centesimi al giorno sino a un massimo di più di tre euro ogni 24 ore di degenza. Ma nonostante ciò le liste d’attesa continueranno ad aumentare, alimentando le cifre dell’emergenza.  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino