Anche l'antica trattoria Ballotta si converte al delivery: «Figli e nipoti con 6 auto per le consegne a domicilio»

Fabio Legnaro
TORREGLIA - Fabio Legnaro è il titolare dell'antica trattoria Ballotta, sui Colli. Per dare un'idea della mazzata sugli Euganei vivono, 300 fra ristoranti e...

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TORREGLIA - Fabio Legnaro è il titolare dell'antica trattoria Ballotta, sui Colli. Per dare un'idea della mazzata sugli Euganei vivono, 300 fra ristoranti e trattorie. In certi paesi ci sono più coperti che residenti. Soltanto a Torreglia, esistono 34 ristoranti con tremila coperti. Poi ci sono Vo', Rovolon, Arquà e Teolo. Ogni Pasqua ci vanno 70mila persone, non si trova un posto da una settimana prima. Il settore dà lavoro a 15mila occupati. Due milioni di euro di incassi ai bei tempi solo per il giorno di Pasqua. Altri 2,5 milioni contando vigilia e Pasquetta. I ristoratori di Torreglia si sono anche ritrovati facendo un cartello speciale le Tavole tauriliane.


Com'è la situazione?
«È il terzo ponte festivo importante che perdiamo. Pasqua dell'anno scorso, Natale e questo. La situazione è drammatica. Questo fine settimana, contando anche il lunedì di Pasquetta, facevamo una gran parte del fatturato annuo. L'anno scorso eravamo sotto choc ma in un certo senso ancora inconsapevoli di quello che ci sarebbe toccato, quest'anno invece sentiamo tutto il peso del momento e la rabbia di quanta gente sarebbe venuta con questa temperatura...».
E adesso? 
«Mi addolora il fatto che avevamo appena respirato il ritorno alla normalità e poi ci hanno chiuso di nuovo, lasciandoci solo l'asporto. Però debbo dirle una cosa. I nostri clienti ci stanno chiamando e ordinano. Lo fanno per loro e anche un po' per noi».
Risultato?
«Se in un tempo normale avremmo avuto già le prenotazioni chiuse e le sale piene adesso siamo arrivati a un 30 per cento rispetto alla capienza che avremmo occupato con le limitazioni».
Come vi siete preparati?
«Ho risvegliato il cuoco che stava cedendo nel morale e messo sotto figli e nipoti. Avremo 6 macchine per il delivery cioè la consegna a domicilio. Facciamo tutto noi».
E il menu?
«Antipasto, primo, secondo e dolce. Qualcuno di noi parte da 25 euro altri arrivano a 50. Certo non possiamo fare il risotto, con la sua fragranza, ma daremo crespelle. Abbiamo dei contenitori speciali. Chi riceve troverà tutto caldo. Si comincia alle 12 e si finisce alle 13.30. Abbiamo anche uno slogan: il mio cibo con i tuoi piatti a tavola. E così hanno fatto tutti gli altri, ognuno ha preparato il suo menu».
Legnaro ci spera e il movimento è buono.
«Ci servirà per farci sentire vivi e battere il pessimismo. Fino a tre settimane fa avevamo ripreso, abbiamo fatto dei bei sabati e domenica a pranzo anche se ridotti al 40 per cento che per noi vuol dire da 186 a 135 posti».
Insomma stavate risalendo la china...
«Siamo fortunati noi di Torreglia perchè abbiamo le terrazze e possiamo allargare. Non succede così per tutti gli altri nostri colleghi dei colli. Avevamo registrato anche un 20 per cento in più di clientela infrasettimanale. Poi nuovo stop e solo asporto. Gli ultimi fine settimana siamo andati al 20 per cento del nostro standard. Nel frattempo però la cassa integrazione per i nostri dipendenti continua e la stiamo anticipando noi...».

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Il Gazzettino