TREVISO - A quindici anni di distanza dall’ultima protesta, un quartiere della città torna a ribellarsi all’arrivo di nuove antenne telefoniche. È...
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IL CONFRONTO
Visto la particolarità del momento tutti avevano la mascherina indossata e mantenuto le distanze di sicurezza, ma allo stesso tempo hanno manifestato la loro contrarietà all’intervento. Dopo qualche minuto, evidentemente allertate dal capo cantiere, sul posto sono arrivate una pattuglia dei carabinieri e una della polizia locale. I militari hanno identificato i presenti chiedendo di tornare nelle proprie abitazioni perché quello era un assembramento non autorizzato, poi hanno verificato che gli operai avessero tutte le autorizzazioni del caso. I lavori però sono stati sospesi: per mandare avanti il cantiere è infatti necessario abbattere una pianta e non è ancora chiaro se questa azione sia stata prevista o meno.
LA PAURA
«È da un anno che vediamo in quell’angolo una recinzione, tra l’altro mezza crollata - racconta Laura Rupeni, una residente in zona - ma eravamo convinti che fosse l’inizio di un cantiere per la fibra ottica. Poi abbiamo appreso che, invece, era per un’antenna di cui non sapevamo nulla. Siamo quindi usciti a chiedere spiegazioni agli operai, rispettando però tutte le norme di questi giorni: quindi con mascherina indossata e a distanza di sicurezza. Non capiamo la necessità di questa antenna: ne abbiamo già una a Carbonera, poco distante da dove abitiamo, e un’altra subito dopo il sottopasso. Una terza a distanza così ravvicinata ci sembra in più, considerando la zona residenziale e la vicinanza della scuola. Non è 5G? Va bene, ma tutti quei tralicci poi possono utilizzare anche questa tecnologia di cui ancora nessuno sa quali siano gli effetti. Comunque, appena possibile, organizzeremo un comitato e faremo una raccolta di firme».
A CA’ SUGANA
Alessandro Manera, assessore all’Ambiente, allarga le braccia: «Quell’antenna ha tutte le autorizzazioni, rilasciate durante l’amministrazione Manildo quando venne approvato il piano antenne che noi contestiamo. Le antenne non ancora autorizzate siamo riusciti a bloccarle o spostarle, per le altre non possiamo farci niente. Capisco benissimo i residenti e le loro perplessità: nemmeno noi condividiamo quella dislocazione. Ma le autorizzazioni ci sono ed è tutto in regola. Ho già parlato con qualcuno di loro dicendo che il nostro settore Ambiente ha tutta la strumentazione necessaria per controllare i campi elettromagnetici. Per quanto ci riguarda, da quando ci siamo insediati, abbiamo autorizzato solo tre ripetitori: due sui campanili della chiesa Votiva e Sant’Antonino e uno in mezzo al parcheggio dell’ospedale». Per quanto riguarda il 5G, Manera è netto: «Quelle che stanno arrivando sono antenne per il 4G. Per il 5G in Comune non è arrivata nessuna richiesta, anche perché è tutto fermo a livello nazionale. Di questa rete si sta discutendo a livello di Anci e non c’è ancora nulla. Attendiamo di capire che indicazioni arriveranno».
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Il Gazzettino