«Attenti, è un'antenna 5G»: scoppia la rivolta tra i residenti

Venerdì 17 Aprile 2020 di Paolo Calia
I lavori all incrocio tra viale Brigata Marche e via degli Alpini
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TREVISO - A quindici anni di distanza dall’ultima protesta, un quartiere della città torna a ribellarsi all’arrivo di nuove antenne telefoniche. È accaduto di nuovo ieri mattina, all’incrocio tra viale Brigata Marche e via degli Alpini, zona di piccole palazzine circondate da giardini, a due passi da una scuola con 375 bambini dalle materna alle elementari e dalla chiesa. I residenti hanno visto arrivare un gruppetto di operai e un camion con due scavatori. La curiosità è stata tanta e non c’è voluto molto ad apprendere che stavano partendo i lavori per gettare le fondamenta di un antenna telefonica di Iliad. L’allarme è stato immediato: «Arriva la rete 5G». E subito sono uscite una decina di persone. In realtà non si trattava di 5G, rete per cui a Ca’ Sugana non è arrivata ancora alcuna richiesta, ma di una delle antenne approvate dal piano varato dalla giunta Manildo e contestato da quella Conte. Tra operai e residenti c’è stato confronto ma nessuna tensione.
IL CONFRONTO
Visto la particolarità del momento tutti avevano la mascherina indossata e mantenuto le distanze di sicurezza, ma allo stesso tempo hanno manifestato la loro contrarietà all’intervento. Dopo qualche minuto, evidentemente allertate dal capo cantiere, sul posto sono arrivate una pattuglia dei carabinieri e una della polizia locale. I militari hanno identificato i presenti chiedendo di tornare nelle proprie abitazioni perché quello era un assembramento non autorizzato, poi hanno verificato che gli operai avessero tutte le autorizzazioni del caso. I lavori però sono stati sospesi: per mandare avanti il cantiere è infatti necessario abbattere una pianta e non è ancora chiaro se questa azione sia stata prevista o meno.
LA PAURA
«È da un anno che vediamo in quell’angolo una recinzione, tra l’altro mezza crollata - racconta Laura Rupeni, una residente in zona - ma eravamo convinti che fosse l’inizio di un cantiere per la fibra ottica. Poi abbiamo appreso che, invece, era per un’antenna di cui non sapevamo nulla. Siamo quindi usciti a chiedere spiegazioni agli operai, rispettando però tutte le norme di questi giorni: quindi con mascherina indossata e a distanza di sicurezza. Non capiamo la necessità di questa antenna: ne abbiamo già una a Carbonera, poco distante da dove abitiamo, e un’altra subito dopo il sottopasso. Una terza a distanza così ravvicinata ci sembra in più, considerando la zona residenziale e la vicinanza della scuola. Non è 5G? Va bene, ma tutti quei tralicci poi possono utilizzare anche questa tecnologia di cui ancora nessuno sa quali siano gli effetti. Comunque, appena possibile, organizzeremo un comitato e faremo una raccolta di firme».
A CA’ SUGANA
Alessandro Manera, assessore all’Ambiente, allarga le braccia: «Quell’antenna ha tutte le autorizzazioni, rilasciate durante l’amministrazione Manildo quando venne approvato il piano antenne che noi contestiamo. Le antenne non ancora autorizzate siamo riusciti a bloccarle o spostarle, per le altre non possiamo farci niente. Capisco benissimo i residenti e le loro perplessità: nemmeno noi condividiamo quella dislocazione. Ma le autorizzazioni ci sono ed è tutto in regola. Ho già parlato con qualcuno di loro dicendo che il nostro settore Ambiente ha tutta la strumentazione necessaria per controllare i campi elettromagnetici. Per quanto ci riguarda, da quando ci siamo insediati, abbiamo autorizzato solo tre ripetitori: due sui campanili della chiesa Votiva e Sant’Antonino e uno in mezzo al parcheggio dell’ospedale». Per quanto riguarda il 5G, Manera è netto: «Quelle che stanno arrivando sono antenne per il 4G. Per il 5G in Comune non è arrivata nessuna richiesta, anche perché è tutto fermo a livello nazionale. Di questa rete si sta discutendo a livello di Anci e non c’è ancora nulla. Attendiamo di capire che indicazioni arriveranno».
 
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