Musile, cade in bici e sbatte la testa: donna annega a 60 anni nella canaletta

Il ponte di barche di Caposile (foto d'archivio)
MUSILE - È scivolata con la bici nel canale di irrigazione ed è morta per annegamento nei pochi centimetri d’acqua che conteneva, dopo avere battuto...

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MUSILE - È scivolata con la bici nel canale di irrigazione ed è morta per annegamento nei pochi centimetri d’acqua che conteneva, dopo avere battuto violentemente la testa. É la tragedia che si è consumata nella tarda serata di venerdì, a pochi passi dalla sua abitazione, in via Riviera Sile 17 a Musile di Piave. La vittima si chiamava Daniela Tuis e aveva 60 anni. Originaria di San Stino di Livenza, aveva spostato da poco (nel maggio 2019) la residenza in centro a Caposile, ospite di una famiglia, padre anziano e figlio, che si era presa cura di lei, e lei li ricambiava facendo dei lavoretti in casa.

Daniela Tuis


L’INCIDENTE
Daniela Tuis si spostava solitamente in bicicletta, come aveva fatto anche venerdì, nonostante il tempo inclemente la forte siccità. La dinamica dell’incidente è al vaglio dei carabinieri intervenuti sul posto dopo essere stati allertati da un passante. Ciò che è accaduto, dunque, si può al momento solo supporre. La sessantenne stava rientrando a casa, in sella alla sua bicicletta, quando, nell’attraversare un ponticello, complice forse anche il fondo bagnato per la pioggia, è scivolata, finendo nel canale di irrigazione. Nel cadere, si accerterà più tardi, ha battuto in modo violento la testa a terra. È probabilmente per questo che non è riuscita a reagire, rimanendo con il volto immerso nell’acqua. 


L’ALLARME 
A dare l’allarme è stato un residente che abita proprio in quella zona e che era uscito per una passeggiata. Ha visto il corpo di quella donna disteso a terra, si è avvicinato ed ha notato che non si muoveva e che aveva una brutta ferita alla testa. Ha così deciso di dare l’allarme. Sul posto l’ambulanza dell’ospedale di San Donà di Piave ed i carabinieri del Nucleo operativo e radiomobile della compagnia sandonatese. Il personale medico non ha però potuto fare altro che constatarne il decesso, con la salma che è stata poi ricomposta nella cella mortuaria a disposizione dell’autorità giudiziaria; rimane da capire se il magistrato di turno riterrà necessario disporre l’autospia per chiarire fino in fondo le cause della morte che, ufficialmente, ora sono per annegamento.


ESCLUSA LA VIOLENZA


In un primo momento, considerato dov’è stato trovato il corpo, per escludere qualsiasi altro tipo di causa, è stata effettuata una ispezione cadaverica, come da prassi, nella quale non sono stati notati segni di violenza. Raggiunta telefonicamente, la sindaca Silvia Susanna ha espresso le condoglianze alla famiglia, sue personali e di tutta l’amministrazione comunale. La bicicletta è stata posta sotto sequestro, come avviene per casi di conseguenze mortali avvenute in strada.  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino