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CANALE D'AGORDO Lo hanno trovato in valle di Gares, con il muso rivolto nella neve rannicchiato sotto una piccola sporgenza di un tetto dove aveva cercato riparo dal freddo e dalla neve. Un cervo maschio adulto è morto così, stremato dalla fatica e dalla fame in un unico spasmo di dolore e di sofferenza. Solo le lunghe corna sporgevano dalla neve e si è dovuto ricorrere ad una ruspa per poterlo recuperare. E' solo uno dei tanti animali che in inverni difficili come questi non riescono a superare le immense fatiche nel solcare la neve e nel procurarsi del cibo, anche questo sommerso dal manto bianco. A dare notizia del salvataggio di una piccola femmina di cervo, stremata sull'Ansiei è stato ieri l'assessore Regionale alla Protezione Civile, Gianpaolo Bottacin. «Soccorsa dal Gruppo di Protezione Civile di Auronzo - ha scritto nel suo profilo Facebook - scaldata e rifocillata e successivamente consegnata alle guardie provinciali. Sebbene in condizioni critiche, speriamo possa salvarsi. Anche questo è la nostra magnifica Protezione Civile dal cuore grande».
IL CORSO DELLA NATURA E davanti a scene come queste non si può rimanere impassibili e non provare un sentimento di tristezza e di pietà verso queste povere creature.
LO STUDIO «Come Provincia - riprende l'assessore De Bon - stiamo procedendo con metodologia scientifica nella gestione della fauna selvatica, attraverso dei censimenti delle singole specie per avere il numero aggiornato e nel momento che sappiamo in che numero questa specie è presente sul nostro territorio facciamo i piani di abbattimento. Tempo addietro abbiamo rilevato una grossa moria di Camosci a causa della rogna. In questo caso, constatato che il numero dei camosci si era ridotto, abbiamo chiuso la caccia per preservare la specie». Dario Fontanive
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