Animali stremati per la troppa neve: «Un inverno difficile»

Animali stremati per la troppa neve: «Un inverno difficile»
CANALE D'AGORDO Lo hanno trovato in valle di Gares, con il muso rivolto nella neve rannicchiato sotto una piccola sporgenza di un tetto dove aveva cercato riparo dal freddo e...

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CANALE D'AGORDO Lo hanno trovato in valle di Gares, con il muso rivolto nella neve rannicchiato sotto una piccola sporgenza di un tetto dove aveva cercato riparo dal freddo e dalla neve. Un cervo maschio adulto è morto così, stremato dalla fatica e dalla fame in un unico spasmo di dolore e di sofferenza. Solo le lunghe corna sporgevano dalla neve e si è dovuto ricorrere ad una ruspa per poterlo recuperare. E' solo uno dei tanti animali che in inverni difficili come questi non riescono a superare le immense fatiche nel solcare la neve e nel procurarsi del cibo, anche questo sommerso dal manto bianco. A dare notizia del salvataggio di una piccola femmina di cervo, stremata sull'Ansiei è stato ieri l'assessore Regionale alla Protezione Civile, Gianpaolo Bottacin. «Soccorsa dal Gruppo di Protezione Civile di Auronzo - ha scritto nel suo profilo Facebook - scaldata e rifocillata e successivamente consegnata alle guardie provinciali. Sebbene in condizioni critiche, speriamo possa salvarsi. Anche questo è la nostra magnifica Protezione Civile dal cuore grande».

IL CORSO DELLA NATURA E davanti a scene come queste non si può rimanere impassibili e non provare un sentimento di tristezza e di pietà verso queste povere creature. E' comunque una selezione naturale che un inverno nevoso e freddo come questo fa di molte specie animali che popolano le nostre montagne. Franco De Bon, Assessore provinciale alla caccia e pesca, sottolinea questo aspetto che comunque la Provincia tiene sotto controllo attraverso dei censimenti e dei monitoraggi. «L'inverno spiega l'Assessore De Bon- viene anche nominato Collo di bottiglia perché è un passaggio obbligato che le specie faunistiche devono superare. Ci sono inverni dal Collo di bottiglia più largo, ovvero inverni miti e poco nevosi che gli animali selvatici riescono a passare indenni in quanto c'e' poca neve e riescono a trovare anche facilmente del cibo. Purtroppo però ci sono anche inverni come questi dove la neve è abbondante e il cibo scarseggia e quindi il Collo della bottiglia è molto più ristretto e quindi molti animali purtroppo non ce la fanno a passarlo e muoiono. Anche se purtroppo la sofferenza non è mai una cosa piacevole e alla quale non si fa mai l'abitudine anche se si tratta di un animale, quella dell'inverno duro è una selezione naturale, dove quasi sempre muoiono gli esemplari più deboli, quelli che vivono già ai margini perché malati o vecchi».

LO STUDIO «Come Provincia - riprende l'assessore De Bon - stiamo procedendo con metodologia scientifica nella gestione della fauna selvatica, attraverso dei censimenti delle singole specie per avere il numero aggiornato e nel momento che sappiamo in che numero questa specie è presente sul nostro territorio facciamo i piani di abbattimento. Tempo addietro abbiamo rilevato una grossa moria di Camosci a causa della rogna. In questo caso, constatato che il numero dei camosci si era ridotto, abbiamo chiuso la caccia per preservare la specie». Dario Fontanive

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Il Gazzettino