CANALE D'AGORDO Lo hanno trovato in valle di Gares, con il muso rivolto nella neve rannicchiato sotto una piccola sporgenza di un tetto dove aveva cercato riparo dal freddo e dalla neve.
IL CORSO DELLA NATURA E davanti a scene come queste non si può rimanere impassibili e non provare un sentimento di tristezza e di pietà verso queste povere creature. E' comunque una selezione naturale che un inverno nevoso e freddo come questo fa di molte specie animali che popolano le nostre montagne. Franco De Bon, Assessore provinciale alla caccia e pesca, sottolinea questo aspetto che comunque la Provincia tiene sotto controllo attraverso dei censimenti e dei monitoraggi. «L'inverno spiega l'Assessore De Bon- viene anche nominato Collo di bottiglia perché è un passaggio obbligato che le specie faunistiche devono superare. Ci sono inverni dal Collo di bottiglia più largo, ovvero inverni miti e poco nevosi che gli animali selvatici riescono a passare indenni in quanto c'e' poca neve e riescono a trovare anche facilmente del cibo. Purtroppo però ci sono anche inverni come questi dove la neve è abbondante e il cibo scarseggia e quindi il Collo della bottiglia è molto più ristretto e quindi molti animali purtroppo non ce la fanno a passarlo e muoiono. Anche se purtroppo la sofferenza non è mai una cosa piacevole e alla quale non si fa mai l'abitudine anche se si tratta di un animale, quella dell'inverno duro è una selezione naturale, dove quasi sempre muoiono gli esemplari più deboli, quelli che vivono già ai margini perché malati o vecchi».
LO STUDIO «Come Provincia - riprende l'assessore De Bon - stiamo procedendo con metodologia scientifica nella gestione della fauna selvatica, attraverso dei censimenti delle singole specie per avere il numero aggiornato e nel momento che sappiamo in che numero questa specie è presente sul nostro territorio facciamo i piani di abbattimento. Tempo addietro abbiamo rilevato una grossa moria di Camosci a causa della rogna. In questo caso, constatato che il numero dei camosci si era ridotto, abbiamo chiuso la caccia per preservare la specie». Dario Fontanive