BELLUNO - Non è con i soldi che si salvano i selvatici investiti o si dà loro una fine dignitosa. Lo sostiene il presidente dell'associazione Siamo tutti...
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Di recente Palazzo Piloni ha pubblicato un nuovo bando per veterinari, con risorse raddoppiate rispetto al precedente. Ma qui, secondo Fant, non è questione di soldi. «La fauna selvatica è patrimonio indisponibile dello Stato dichiara -, i cittadini tutti si aspettano delle risposte non solo in merito all'eutanasia, ma a tutte le azioni di salvaguardia, che di certo non possono essere demandate in toto ai veterinari in libera professione, ma devono essere strutturate a dovere sul territorio da chi il territorio lo gestisce, perchè non si tratta solo di rendere appetibile un bando con un'offerta di denaro ma creare un circuito virtuoso per uomini e animali». I quesiti posti da Fant sono tanti, le risposte non sono chiare e forse le autorità nemmeno le hanno. Perché il tema è ben più ampio, sostiene l'animalista, e di selvatici non si può parlare solo quando questi impattano con un auto e restano a terra, feriti a morte. «Il problema selvatici si pone solo nel caso di animali investiti - chiede -? Nel caso di ritrovamento di nidiacei, uccelli feriti o debilitati, mammiferi ancora lattanti o in condizioni precarie, cosa bisogna fare? Pulli di merlo, rondini cadute dal nido, leprotti, piccoli di capriolo, pipistrelli non possono vantare nessuna protezione? Nessun intervento minimo? A chi si deve rivolgere il cittadino che ritrova questi animali in difficoltà? È noto l'affido fatto dalla Polizia Provinciale di animali selvatici a privati cittadini: in quali casi questo avviene e secondo quali criteri?». Il bando non è affatto completo e non specifica bene quali servizi il veterinario dovrebbe assicurare, secondo Fant che lascia intendere come, prima di andare a caccia di un professionista serve aprire una riflessione sulle prestazioni richieste e su come tutelare la fauna dei nostri boschi. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino