Angelo Bonazza, 76 anni, il re degli insaccati, va condannato a 4 anni e sei mesi di reclusione per il reato di usura. Lo ha chiesto, ieri mattina, il pubblico ministero Laura...
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Dopo la rappresentante della pubblica accusa hanno preso la parola gli avvocati Luigi Ravagnan e Fabiana Danesin, costituitisi parte civile per conto di un florovivaista di Casale sul Sile, Lucio Barbiero, e dei suoi familiari, i quali hanno sollecitato la condanna di Bonazza anche per il reato di estorsione (che, secondo la Procura, è invece prescritto) quantificando in due milioni di euro il danno patrimoniale da risarcire, in aggiunta ad un milione a titolo di danno morale per anni di prestiti a tassi usurai che hanno raccontati di aver subito nel periodo compreso tra 2000 e 2008.
La difesa del titolare dell'omonima azienda di salumi con sede a Tessera (che ha rilevato la trevigiana Bechèr e lo stabilimento Unterberger che produce speck in provincia di Belluno), rappresentata dagli avvocati Piero Barolo e Gianluca Toppan di Treviso, ha invece chiesto l'assoluzione del loro assistito sostenendo che non è stato provato alcun comportamento illecito. Bonazza non si è mai presentato in aula al processo.
Barbiero ha denunciato che il re degli insaccati si prestava a cambiargli assegni post datati e cambiali, che i clienti gli avevano consegnato in pagamento di forniture e lavori, in cambio di una percentuale del 10-15 mensile. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino