Oltre che nella natura delle montagne - i giganti buoni, come li chiamano quassù - quando si arriva ad Andreis ci si immerge subito anche nella storia. Il cartello...
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Gli scranni del Consiglio comunale rimarranno vuoti. Bisognerà poi attendere le prime elezioni utili: molto probabilmente la primavera del 2020 quando andranno alle urne altri Comuni della Valcellina. «Sempre che prima non cada il governo e si vada alle politiche», come azzarda un anziano del paese diretto verso la chiesa di Santa Maria delle Grazie. Aggiungendo: «Cosa vuole, proveremo anche il commissario. Tanto anche gli ultimi due sindaci non erano mica del paese, sa». Quello uscente Romero Alzetta, 66 anni, vive nella vicina Montereale Valcellina: «Cinque anni fa - spiega - accettai volentieri la sfida. Mi era stato chiesto da un gruppo di residenti. Mia moglie è di qui. E poi ero appena andato in pensione come insegnante. Ho cercato di dare il meglio, ma già da tempo avevo detto a tutti che non sarei stato disponibile per il secondo mandato».
In paese da un po' si riparlava della possibilità e della voglia di provare a tornare a esprimente un sindaco che viva nella borgata. Prima di Alzetta il ruolo era stato ricoperto dalla maniaghese Franca Quas, ora assessore proprio a Maniago. Negli ultimi mesi il borgomastro uscente ha provato a convincere i suoi tre assessori. Ma neanche la vicesindaco, andreana doc, Andreina Trinco se l'è sentita di ripetere l'esperienza con già tre mandati alle spalle. «Auspico solo - aggiunge Alzetta, che manterrà la fascia ancora per una decina di giorni - che qualcuno delle pochissime famiglie giovani nei prossimi mesi mostri la propria disponibilità».
Un Comune con solo due impiegate (una andrà in pensione tra pochi mesi) e un operaio: tuttofare, con competenze plurime. Dalla contabilità all'anagrafe, al fisco. Fino ai piccoli lavori pubblici. Anche se diverse sono le funzioni e le sinergie avviate ormai da anni con Montereale Valcellina.
TANTI I PROBLEMI
Ma anche se il paese è piccolo i problemi non sono pochi. E d'inverno aumentano, con la neve e le strade da pulire. Sono sempre di più le case (con i tipici ballatoi in legno su tre piani) che vengono chiuse e messe in vendita. Il numero di residenti (vi sono forse più andreani a Dudelagne, in Lussemburgo, dove intere famiglie negli anni 60 partirono per lavorare nelle miniere) cala di cinque/sei persone l'anno. Quasi tutti anziani. Ma tre anni fa si è chiusa la casa di riposo. Con il maltempo, spesso gas e luce saltano. E le case più isolate stanno anche giorni al buio. Le attività commerciali sono ridotte a tre. Non è facile continuare a garantire la presenza delle Poste e del medico di famiglia. C'è da garantire il trasporto con i bus dell'Atap. E soprattutto quei venti bambini (dalla materna alle medie) devono poter andare tutti i giorni a scuola a Montereale. «Un sindaco sarebbe necessario, almeno finché non si arriverà a una possibile fusione con altri Comuni». Con Barcis, vorrebbe la logica. Ma la maggioranza degli andreani non ci crede. «Un sindaco non ci si improvvisa. Anche se il Comune è piccolo i problemi sono molti - è convinto Simone Zibra, 36 anni, che gestisce il bar centrale - Mia mamma è di qui, dove ho ancora i nonni materni. Faccio il lavoro che mi piace di più nel luogo che amo di più. Ma è difficilissimo. Pago le stesse tasse di quelle che paga un bar del centro di Pordenone. Com'è possibile? Qui io, da quando è chiusa la casa di riposo, preparo anche i pasti per cinque anziani. Speriamo che qualcuno si faccia avanti per le prossime elezioni».
Un bar che non è solo un bar. Ma che diventa servizio sociale. Intanto, nel paese che ricorda di avere dato i natali al poeta Federico Tavan appendendo a ogni angolo del borgo le sue poesie, non ci sarà un sindaco. E quelle quattro case - Quatre cjases in crous, se no tu scjampe tu divente Andrèes (Quattro case in croce, se non fuggi diventi Andreis) cantava Tavan - resteranno un po' orfane.
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Il Gazzettino