Gli ultimi giorni all'hospice: «Andrea pensava alla prossima lotta»

Gli ultimi giorni all'hospice: «Andrea pensava alla prossima lotta»
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PORDENONE - «Fino a poche ore fa scherzava ancora. Leggeva ancora. Disegnava ancora». In poche parole, era ancora Spino. «Sapevamo che purtroppo le cose stavano cambiando, ma non credevamo così in fretta». Le parole rotte dall'emozione sono quelle di Carmen Gallini, direttrice della Via di Natale dove Spinelli ha vissuto l'ultimo miglio del suo cammino. «Andavo a trovarlo tutti i giorni - racconta - ed era ancora convinto di iniziare un altro capitolo: sperava di poter partire con un ciclo di radioterapia. Combatteva, combatteva sempre. Sperava di poter ricominciare le cure la prossima settimana. Allo stesso tempo però si era confidato con noi: voleva tornare a casa. Ma non nel camper, che comunque si sincerava sempre fosse parcheggiato bene, bensì nella sua Sicilia. Voleva andarsene lì. Spino credeva nella vita e qui da noi è stato come a casa. Aveva un mini-appartamento in cui leggeva costantemente. E disegnava, era bravissimo. Mi aveva dato anche due libri. Ti stupisci sempre quando le cose capitano così all'improvviso».


Andrea Spinelli camminatore, Andrea Spinelli scrittore e fotografo. Tante vite, in questi dieci anni faccia a faccia con il tumore. Per due volte era salito anche sul palco di Pordenonelegge, sempre accompagnato dal giornalista Giuseppe Ragogna, diventato amico. Vero. L'ultima presentazione nel 2020, in piena pandemia in una tensostruttura del festival letterario. E oggi a ricordarlo è anche una delle storiche curatrici di Pordenonelegge, cioè Valentina Gasparet. «Io avevo conosciuto Andrea da fotografo, quando al festival correva di qua e di là per immortalare gli eventi e gli autori. E quando è passato dall'altra parte, diventando uno scrittore, è stato un nostro onore averlo nel calendario. Ho il ricordo di una persona straordinaria, con una carica vitale incredibile. Non voleva darci lezioni, ma con la sua voglia e la sua energia ci ha dato un insegnamento pazzesco. Ha avuto il coraggio di trovare una strada totalmente inesplorata per combattere la malattia. Nessuno avrebbe mai pensato che il suo cammino sarebbe durato così a lungo. Ciao Spino».

 

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Il Gazzettino