CESSALTO - Si è difesa con tutte le sue forze fino all'ultimo respiro, prima di morire soffocata dal cuscino che il figlio le premeva sul volto. L'istinto di...
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È questo un retroscena dell'omicidio che si è consumato domenica sera, attorno alle 19.30 secondo gli inquirenti, nell'abitazione della donna al civico 91 di via Isonzo a Cessalto. Sgroi, che si trova rinchiuso nel carcere di Santa Bona, ha realizzato ciò che ha commesso ed è piantonato in cella per paura che possa sviluppare delle tendenze suicide. Il suo legale, l'avvocato Marco Rebecca, l'ha incontrato ieri pomeriggio. «Ho trovato una persona estremamente provata, anche fisicamente, costernata per quanto accaduto e poco lucida - ha affermato il legale - Non è stato in grado di fornire alcuna spiegazione riguardo al delitto. Anzi, mi ha parlato in maniera sconclusionata, pronunciando frasi che avevano poca coerenza logica. Al momento mi è totalmente oscuro cosa possa essere accaduto nella sua mente domenica sera.
E viste le sue condizioni attuali di totale confusione, sto ponderando la possibilità di sollecitare una perizia psichiatrica. Il delitto, anche secondo gli inquirenti, sarebbe infatti frutto di un raptus di Francesco Sgroi scaturito al termine di una lite, di cui i vicini hanno avvertito le urla. Sarebbero stati proprio loro a raccogliere le confidenze, negli ultimi mesi, del 59enne: pare infatti che dover accudire tutti i giorni l'anziana madre (cosa che faceva da anni) ultimamente fosse diventato per lui un peso. Domenica sera, forse dopo l'ennesima discussione riguardante (ipotizzano gli investigatori) il bilancio familiare e le modalità con cui venivano spesi i soldi, il 59enne avrebbe perso la testa
Il Gazzettino