Teschi sulle statue d'Italia, sono firmati da un artista di Marghera: «Simbolo della morte del pianeta»

La statua incappucciata di Paolo Sarpi a Venezia
VENEZIA - Gli indizi raccolti su quelle maschere a forma di teschio con una grossa “ics” nera sulla bocca e una corona floreale sul capo, apparse alle prime luci...

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VENEZIA - Gli indizi raccolti su quelle maschere a forma di teschio con una grossa “ics” nera sulla bocca e una corona floreale sul capo, apparse alle prime luci dell’alba di martedì, già avevano fatto intuire qualcosa. Ma la rivendicazione ufficiale è arrivata soltanto ieri, dopo una notte – quella fra il 18 e il 19 ottobre – passata ad apporre i suggestivi copricapi in cartapesta sulle teste dei monumenti più celebri lungo tutto lo Stivale. A Roma, Milano, Napoli, Padova, Verona, come pure a Venezia, da dove tutto è cominciato, coinvolgendo le statue del Goldoni, Sarpi e del patriota Manin. Perché l’azione artistica simultanea che ha preso vita a sorpresa, è stata curata dal veneziano Michele Tombolini, 58 anni, classe 1963 e con uno studio a Marghera, in collaborazione con i ragazzi del gruppo lagunare di “Extinction Rebellion” (o “XR”), movimento sociale apartitico nato per combattere la crisi ecologica e climatica dei nostri giorni. Che a Venezia già si era fatto notare attraverso iniziative non violente e particolarmente originali; un’occasione su tutte, il G20 di quest’estate, quando gli attivisti avevano versato del sangue finto (poi prontamente ripulito) sui gradini del ponte di Calatrava. Lo stesso Tombolini non è nuovo a questo genere di “interventi street” orientati ai temi sociali più urgenti.



LA ICS SU BANKSY
Basti pensare alla “ics” – suo marchio di fabbrica, a significare la censura di cui a suo dire siamo tutti vittime – realizzata con del nastro adesivo nero e posizionata sulla bocca del bambino di Banksy, in zona San Pantalon, nell’estate 2020, per rimarcare il problema dei migranti. O alla più recente installazione di Mestre, che ha per soggetto una mano con le dita incrociate, portafortuna in questo periodo complicato.
Con “The voice OFF the planet” Tombolini dichiara di aver voluto contribuire a consapevolizzare l’umanità sulle questioni ambientali che sempre più stanno mettendo a dura prova il pianeta. Sua l’idea balenatagli per la testa un anno fa, poi condivisa con il gruppo veneziano di “Extinction Rebellion” che in un passaparola ha presto coinvolto anche i “colleghi” delle altre località italiane.
BLITZ DI CARTAPESTA
«I teschi sono in cartapesta, dunque non vanno a rovinare nulla, – tiene a precisare l’artista –. Oltretutto sono stati trattati con materiali ecologici (come carta da riciclo), oltre che con un prodotto che permettesse di salvaguardare l’opera in caso di pioggia. Le teste sono piuttosto larghe, affinché si adattassero facilmente a tutti i monumenti senza strisciarli». 
Agire evitando danni: questa la raccomandazione di partenza di Tombolini, autore di oltre 35 maschere, tanto da essersi premurato di far avere ai vari gruppi non solo le sue opere ma anche un tutorial dedicato al loro montaggio. «Avvenuto utilizzando una lunga canna di bamboo. Personalmente non ho partecipato all’azione: l’altra notte ammetto di non aver chiuso occhio, – dice ridendo, spiegando come nonostante non faccia parte di “XR” le questioni ambientali gli stiano particolarmente a cuore – preoccupato che potesse succedere qualcosa. Ma alla fine tutto è andato bene, mi sono fidato dei ragazzi che hanno agito in 4 o 5 per gruppo. E non credo tra l’altro possa esserci alcun rischio di reato. Denunce? Non ne ho mai ricevute, perché in ciò che faccio c’è sempre un rispetto estremo. Ho sentito che a Firenze hanno fermato quattro persone, una denuncia forse un po’ eccessiva visto che non è stato imbrattato nulla». 

Il teschio, utilizzato spesso dall’artista anche in altri suoi lavori, in questo caso ha assunto il valore simbolico della morte del pianeta e dei rischi effettivi che l’uomo sta correndo. Mentre l’apposizione di alcune piante sul cranio sta a rappresentare la redenzione, ancora possibile: una Terra che per Tombolini, dunque, può essere salvata purché dalle nostre menti escano le soluzioni più giuste, le tecnologie più efficienti, le innovazioni più straordinarie. Tutto dipende dall’uso che se ne fa. «I monumenti su cui issare le maschere sono stati selezionati dai ragazzi. Perché la scelta delle piazze cittadine? Sono luoghi dove la gente, da sempre, si scambia idee e manifesta. Il posto ideale per ottenere visibilità e sensibilizzare la gente».
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Il Gazzettino