I boschi del Comelico entrano nel mercato globale dei "certificati verdi" e porteranno decine di milioni di euro

Comelico
SANTO STEFANO - Assegni sostanziosi dai crediti di carbonio, inseriti nell’importante disegno di legge recante le disposizioni per lo sviluppo e la valorizzazione delle zone...

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SANTO STEFANO - Assegni sostanziosi dai crediti di carbonio, inseriti nell’importante disegno di legge recante le disposizioni per lo sviluppo e la valorizzazione delle zone montane, approvato la scorsa settimana dal Consiglio dei ministri, su proposta della titolare per gli affari regionali e le autonomie, Mariastella Gelmini. Una notevole boccata d’ossigeno per il Comelico, la cui superficie di conifere si aggira sui 20mila ettari, per circa due terzi di proprietà delle sedici Regole e la parte restante quasi esclusivamente di cittadini privati. Il passaggio successivo consiste nell’approvazione, entro il prossimo mese di dicembre, del relativo regolamento, sul quale sta lavorando anche l’Associazione Comelico Nuovo, tra i principali artefici dell’ormai noto articolo 17, con puntuali e costanti contributi e limature. Il legno, materiale da costruzione più rinnovabile al mondo, offre così un ulteriore vantaggio e di primaria importanza, ovvero intrappola al suo interno oltre una tonnellata di anidride carbonica per metro cubo e contribuisce a contrastare l’effetto serra.

Ed ogni tonnellata vale come minimo 50 euro, in costante rialzo. La strada che si sta cercando di percorrere è di fissare un bonus d’ingresso che, tra il Piave e il Padola, vale oltre una decina di milioni di euro, quale riconoscimento della buona coltivazione forestale. Una sorta di una tantum per il pregresso, in attesa che i cosiddetti “certificati verdi” entrino a regime dal primo gennaio 2024 con valore per i dodici mesi precedenti. Con i tagli economici previsti attualmente e decurtati i valori compresi nel bonus iniziale, la crescita delle conifere genererebbe un rendimento annuo minimo che gli esperti fissano all’interno di una forbice tra i 4 e i 5 milioni di euro. Che, nel caso delle Comunioni familiari, dato il loro importante e sempre attento ruolo nel contesto territoriale, sono attesi come ricaduta a vantaggio della collettività. La straordinaria capacità di intrappolare la “Co2” è maggiormente sviluppata nelle piante giovani. “Questo dato – afferma Francesco De Bettin, presidente di Acn – incentiva il ricambio e la piantumazione costante degli alberi, i quali una volta maturati vengono impiegati per costruzioni cento per cento riciclabili e a zero impatto ambientale”.

Per l’elaborazione dell’articolo 17, con l’istituzione della sezione speciale dei crediti di carbonio forestali, fondamentale è stato il ruolo svolto dai funzionari di Crea (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria) e dalla dottoressa Alessandra Stefani, dirigente del dipartimento foreste del ministero delle politiche agricole alimentari e forestali. “L’articolo 17 della Legge sulla montagna, nato per intuizione del ministro Maria Stella Gelmini – commenta il fondatore dell’Associazione – ha anche il pregio di aver trasformato le loro competenze sull’assorbimento del carbonio da fotosintesi in uno strumento applicabile anche in grado di incentivare una più corretta coltivazione di boschi e foreste ed un miglioramento generale di biosfera ed ecosistema”. La vendita dell’anidride carbonica avviene attraverso il mercato libero, in cui ogni acquirente, che necessita del credito di carbonio forestale per far fronte a quanto emesso nell’atmosfera dalla propria azienda, contatta direttamente chi quel credito possiede, attraverso gli alberi. Probabilmente nasceranno delle agenzie di trading, per avviare i contatti tra l’offerta e la domanda. Con lo specifico articolo, inserito per compensare le emissioni in atmosfera, si è voluto da una parte riservare una particolare attenzione all’ambiente e dall’altra premiare le terre alte, assegnando loro un rilevante riconoscimento finanziario.

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Il Gazzettino