TREVISO - «Un fulmine a ciel sereno. Onestamente, nessuno tra noi del settore ne era a conoscenza». Questo il laconico commento di Massimiliano Paglini, segretario generale della Cisl Belluno Treviso, sull'improvviso annuncio da parte del colosso del web Amazon dell'apertura in autunno di tre nuovi depositi di smistamento in Veneto. «Come sigla sindacale non siamo aprioristicamente contro Amazon, ma chiediamo garanzie in termini di sostenibilità non solo ambientale, ma anche e soprattutto sociale e contrattuale continua Paglin. Questo perché le nuove aperture non avranno solamente un impatto commerciale sul territorio: ci saranno ripercussioni anche su viabilità, ambiente, appalti e lavoro. Auspichiamo quindi che l'impatto occupazionale sia stabile nel tempo e che le condizioni di lavoro siano dignitose e rispettose dei contratti di riferimento, senza turni massacranti».

IMPREPARATI
Le nuove sedi scelte da Amazon non coincidono però con i progetti dei possibili nuovi poli logistici di Casale sul Sile e Roncade, da mesi al centro degli interessi politici, commerciali e ambientali del territorio. «Quanto annunciato dall'azienda americana - chiosa Mauro Visentin, segretario generale della Cgil di Treviso ci ha colti alla sprovvista. Per mesi, infatti, abbiamo discusso a lungo con le Amministrazioni di Casale e Roncade per delineare il futuro della logistica trevigiana, ma oggi ci troviamo inaspettatamente davanti la notizia di nuovi depositi di smistamento da costruire altrove. Ciò che ci preoccupa maggiormente sono però le modalità di lavoro e di applicazione dei contratti da parte di Amazon. Realtà come questa non possono essere oggi fermate, ma devono comunque essere regolate nell'ottica di una sostenibilità lavorativa». Sia Paglini che Visentin, poi, ritengono che questi nuovi progetti possano creare una forte concorrenza sul territorio contro cui i negozi locali non possono neppure immaginare di competere.

IL COMMERCIO