Alto Adige, la nuova sfida: «Referendum anti-Italia»

Alto Adige, la nuova sfida: «Referendum anti-Italia»
Dietro la retromarcia sull'abolizione del toponimo Alto Adige, spunta l'avanti tutta sulla parificazione del tedesco all'italiano per l'iscrizione agli albi...

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Dietro la retromarcia sull'abolizione del toponimo Alto Adige, spunta l'avanti tutta sulla parificazione del tedesco all'italiano per l'iscrizione agli albi professionali. Ieri Arno Kompatscher (Svp), presidente di una Provincia di Bolzano scossa dalla bufera politica e mediatica per l'approvazione della norma che invece ha mantenuto la dicitura Südtirol, ha assicurato che «non è cambiato nulla» anche se «vi è stata effettivamente un'incongruenza nell'elaborazione dell'articolo», che il consigliere Alessandro Urzì (Fdi) intende far correggere attraverso un progetto di legge per cui ha chiesto la procedura d'urgenza, minacciando in caso contrario «un esposto alla Corte dei Conti per il danno d'immagine subìto dall'Alto Adige in tutto il territorio nazionale». Ma fedele al motto per cui «Südtirol ist nicht Italien!», la promotrice Myriam Atz Tammerle (Stf) ha lanciato l'idea di un referendum «perché ci hanno venduto all'Italia e fino a oggi non abbiamo potuto decidere se restare o dire a Roma arrivederci e grazie», provocazione su cui si innesta il vero provvedimento concreto conquistato dai secessionisti, riguardante medici, commercialisti, avvocati e tutti gli altri Ordini.

 
LE SPECIFICITÀFra le varie disposizioni, la normativa varata venerdì scorso prevede infatti che, in considerazione delle «specificità territoriali» dell'area, un professionista possa iscriversi all'albo anche se conosce solo una delle due lingue ufficiali. Se però si tratta del tedesco, come sarebbe nel caso dei giovani dottori austriaci da assumere per evitare la chiusura degli ospedali nelle valli, l'Ordine «limita gli effetti dell'iscrizione all'esercizio della professione nel territorio della Provincia autonoma di Bolzano». Messo così, l'articolo è stato approvato con 29 voti favorevoli e 1 astenuto, numeri che ringalluzziscono gli indipendentisti. «L'Alto Adige ha rilanciato Tammerle è una invenzione di Ettore Tolomei, personaggio del fascismo, che ha cancellato tutti i nomi geografici nel Sud Tirolo e anche i nomi tedeschi, dopo l'annessione della nostra provincia. Noi portiamo avanti i diritti dei sudtirolesi di madrelingua ladina e tedesca». 
LO SCIVOLONEMa quella della Süd-Tiroler Freiheit è una missione che sullo scivolone del toponimo ha causato un certo imbarazzo agli alleati della Südtiroler Volkspartei, come ammesso dalla senatrice Julia Unterberger: «La Svp non si è resa conto e ha aderito a questo emendamento, ma nella Costituzione è scritto Trentino-Alto Adige/Südtirol e così deve rimanere». Se così non fosse, il ministro Francesco Boccia ha ribadito che ricorrerà alla Consulta: «Lo dice la Costituzione stessa: le versioni, testo italiano e testo tedesco, devo essere identiche. Se si toglie Alto Adige e non si toglie Südtirol, la legge va impugnata. Sono stato chiaro e lo farò un minuto dopo averla ricevuta». Parole che gli hanno procurato l'apprezzamento del sindaco dem Renzo Caramaschi («È una manovra per inseguire la destra tedesca locale») e la riconoscenza della deputata azzurra Michaela Biancofiore («Ringrazio di cuore, prima da altoatesina poi da politico, il ministro Boccia»).

IL DIBATTITOIntanto il dibattito ha coinvolto anche i vip e gli sportivi. Lapidario l'alpinista Reinhold Messner: «Io sono sudtirolese e non sono un altoatesino, molto semplice. Il nostro paese si chiama Sudtirolo e non Alto Adige, questo è stata un'invenzione di De Gasperi di tanti anni fa». Opposta la valutazione dell'ex sciatore Gustav Thoeni: «A me non crea alcun problema la denominazione Alto Adige, sarei favorevole a mantenerla. Io mi sento altoatesino, ho gareggiato e vinto con l'Italia e mi sono trovato sempre molto bene». L'ex ciclista Francesco Moser allarga le braccia: «Io sono trentino e se scrivessero provincia di Trento, invece che Trentino, non mi cambierebbe niente. Loro da sempre vogliono il nome tedesco di Sud Tirolo, continueranno a provarci sempre e per come li conosco tra un po' chiederanno anche qualcosa d'altro».
Angela Pederiva Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino