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TREVISO - Le Penne Nere tornano a colorare la città, a riempirla di solennità, di musica, di brindisi, di solidarietà. I cento anni della sezione Ana di Treviso diventano la festa di tutti. Era colma piazza Vittoria quando sono arrivate le staffette partite dai cinque sacrari della provincia ed era piena piazza dei Signori per il concerto della fanfara dei Congedati della Julia. E dalle 21 in poi si sono riempiti tutti gli angoli del centro ravvivati dai cori dei vari gruppi Alpini, poi confluiti in piazza Borsa per una spettacolare fine serata. E oggi, domenica 31 ottobre, dalle 8, la sfilata: partenza da San Pelajo, alle 9 messa al Duomo, poi passaggio in Calmaggiore, piazza Borsa e Vittoria.
I NUMERI
La Polizia locale ha stimato dalle 150 alle 200mila persone presenti in centro: «Tra le 14 e le 19 sono entrate 35mila auto - sottolinea il comandante Andrea Gallo - calcolando una media di quattro persone per veicolo, i mezzi pubblici che hanno viaggiato pieni e guardando le immagini del centro storico, la stima è tra le 150 e le 200mila presenze.
LO SPETTACOLO
Treviso ha accolto gli Alpini col solito affetto. I momenti istituzionali, come la composizione del simbolo della sezione unendo i cinque pezzi portati della staffette arrivate dai sacrari di Cima Grappa, Nervesa, Fagarè, dal Memoriale Bosco delle Penne Mozze e dall'ossario di Biadene, sono stati il cuore della cerimonia. Toccante come sempre il silenzio suonato da una tromba solitaria in una piazza Vittoria ammutolita. Poi le voci e la musica sono esplose con l'esibizione della fanfara; l'allegria si è propagata con la riproduzione della Fontana delle Tette che distribuiva vino bianco e rosso come da tradizione. E i cori delle sezioni Ana di Oderzo, Preganziol, Cime d'Aute di Roncade, Fameja Alpina di Breda, I Gravaioli di Maserada, Montello di Biadene e il Gruppo Vocale Ottetto di Treviso, hanno nobilitato la serata. Soddisfatti ristoratori e osti del centro, mediamente contenti i negozi aperti fino alle 22. Delusi solo i commercianti di Borgo Cavour, rimasto deserto: «Qui non c'è nessuno e non si lavora - sottolinea Vincenzo Dal Zilio - sono tutti in piazza. Servono delle soluzioni».
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Il Gazzettino