BELLUNO - Aveva lasciato una lettera con un messaggio d'addio alla mamma, la trentenne alpina che domenica pomeriggio si è impiccata nella sua stanza in caserma...
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Rabbia che viene sfogata in queste ore sui social, insieme ai messaggi di dolore e cordoglio.
LA TRAGEDIA Domenica pomeriggio T.R., fuciliere primo caporal maggiore del Settimo, era nella sua camera alla caserma Salsa. Da tempo aveva accusato problemi psicologici, tanto che era stata messa in convalescenza. Un periodo di astensione dal lavoro che lei aveva scelto di trascorrere comunque a Belluno, senza rientrare a casa a Verona. L'alpina stava conversando via messaggi con una collega, quando all'improvviso si è interrotta. Un silenzio che ha insospettito la collega, che si è subito precipitata in stanza di T.R., per accertarsi che non fosse accaduto qualcosa. Quando è entrata non ha trovato nessuno, ma poi si è girata e ha visto il corpo a penzoloni: l'alpina con un cappio al collo. Immediata la richiesta di soccorso al 118, ma il medico giunto sul posto non ha potuto fare altro che constatarne il decesso.
LE DIFFICOLTÀ L'alpina stava passando un periodo difficile, dopo anni in cui la sua vita era stata costellata da diversi lutti: prima l'addio al fratello, poi al padre. Era fortemente provata e dalla commissione medica era stata valutata non idonea al servizio. Ma quel lavoro era tutto quello che aveva e aveva chiesto di rientrare lo stesso, ma non era stato possibile. Le era comunque stato concesso di passare la convalescenza in caserma. T.R. era arrivata a Belluno, alla caserma Salsa, dieci anni fa, come alpina volontaria in ferma prefissata di un anno. Poi era stata trasferita a Orcenigo in Friuli, all'Undicesimo Bersaglieri dove aveva trascorso quattro anni.
Il Gazzettino