Alpina suicida in caserma a 30 anni, c'è una lettera d'addio alla mamma

Martedì 17 Settembre 2019 di Olivia Bonetti
Alpina suicida in caserma a 30 anni, c'è una lettera d'addio alla mamma

BELLUNO -  Aveva lasciato una lettera con un messaggio d'addio alla mamma, la trentenne alpina che domenica pomeriggio si è impiccata nella sua stanza in caserma Salsa. Un ulteriore tassello, che ha portato la Procura e i carabinieri della Compagnia di Belluno, ad accertare che la morte della donna è avvenuta per suicidio. Non ci sarebbero quindi responsabilità, tanto che il pm di turno, Simone Marcon ha messo la salma della militare a disposizione dei famigliari, che abitano a Verona. L'addio all'alpina della Brigata alpina Julia-Settimo Reggimento alpini della caserma Salsa, che abitava in caserma a Belluno, avverrà però in città. I funerali della trentenne T.R., sono fissati per oggi pomeriggio alle 14.30, nella chiesa di Mussoi, la salma procederà poi per la cremazione. Ma resta tanta rabbia tra conoscenti e amici dell'alpina, per la catena di eventi che hanno preceduto la sua morte.

 
Rabbia che viene sfogata in queste ore sui social, insieme ai messaggi di dolore e cordoglio.

LA TRAGEDIA Domenica pomeriggio T.R., fuciliere primo caporal maggiore del Settimo, era nella sua camera alla caserma Salsa. Da tempo aveva accusato problemi psicologici, tanto che era stata messa in convalescenza. Un periodo di astensione dal lavoro che lei aveva scelto di trascorrere comunque a Belluno, senza rientrare a casa a Verona. L'alpina stava conversando via messaggi con una collega, quando all'improvviso si è interrotta. Un silenzio che ha insospettito la collega, che si è subito precipitata in stanza di T.R., per accertarsi che non fosse accaduto qualcosa. Quando è entrata non ha trovato nessuno, ma poi si è girata e ha visto il corpo a penzoloni: l'alpina con un cappio al collo. Immediata la richiesta di soccorso al 118, ma il medico giunto sul posto non ha potuto fare altro che constatarne il decesso.

LE DIFFICOLTÀ L'alpina stava passando un periodo difficile, dopo anni in cui la sua vita era stata costellata da diversi lutti: prima l'addio al fratello, poi al padre. Era fortemente provata e dalla commissione medica era stata valutata non idonea al servizio. Ma quel lavoro era tutto quello che aveva e aveva chiesto di rientrare lo stesso, ma non era stato possibile. Le era comunque stato concesso di passare la convalescenza in caserma. T.R. era arrivata a Belluno, alla caserma Salsa, dieci anni fa, come alpina volontaria in ferma prefissata di un anno. Poi era stata trasferita a Orcenigo in Friuli, all'Undicesimo Bersaglieri dove aveva trascorso quattro anni.

Era passata poi in servizio permanente ed era tornata a Belluno, dove viveva in caserma da ormai quattro anni. Prima della convalescenza era stata spostata da un servizio operativo nel Battaglione, a mansioni di controllo degli edifici. Poi la convalescenza e forse la paura di perdere quel lavoro che tanto amava. Un percorso difficile culminato nell'estremo gesto. Anche se il caso è chiaro e si tratta di suicidio, visto il delicato contesto, le indagini dei carabinieri della Compagnia di Belluno proseguono, per non lasciare nessuna ombra.

Ultimo aggiornamento: 18 Settembre, 13:42 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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