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ALPAGO - Dopo quasi 90 anni di storia quel presidio rimasto sulla statale 51 di Alemagna biglietto da visita della provincia di Belluno, il ristorante "Bolognese", passa di mano. Nato nel 1933 dalla lungimiranza di Amedeo Galassi, noto come il "bolognese", originario di Imola, arrivato in provincia per amore, il locale di Santa Croce del Lago, in Alpago, che era un tempo non solo bar e ristorante ma anche hotel, tabacchi e pompa di benzina è passato di mano. La storica attività dell'Alpago, nota per la sua terrazza panoramica sul lago e le sue lasagne cucinate con amore da tre generazioni, è stata acquisita dalla società Elemento srl, che ha sede proprio nel locale, a Lastra civico 2. Il passaggio di proprietà dal Bolognese dalla "s.a.s di Marchesini Paola e Bozolo Arianna e c" alla Elemento srl è avvenuto a fine ottobre 2022. Il progetto degli investitori, rappresentati da un avvocato di Brescia, che fa riferimento a cittadini russi, è di creare un hotel con 25 stanze in vista delle Olimpiadi 2026.
IL BALUARDO
Finisce così l'epoca dei piccoli grandi imprenditori che hanno creato la loro fortuna iniziando dal nulla e diventando riferimento e istituzione nei paesi. Il Bolognese era quasi l'ultimo storico baluardo rimasto sulla 51, la strada della montagna che in quelle domeniche, prima della costruzione dell'A27, si riempiva di auto, che puntualmente si fermavano nei ristoranti come Mosè, o hotel come il Miravalle. Quelli oggi sono edifici fantasma. Una fine che non farà sicuramente il Bolognese, che con i suoi 13mila metri quadrati di terreno e la spiaggia privata sul lago potrebbe diventare il simbolo della rinascita.
LA STORIA
La memoria storica del Bolognese è Adua Galassi, classe 1936, nata proprio in quell'edificio di via Lastra. È lei che racconta come i suoi genitori si innamorarono di quello che allora era un semplice "casolin".
LO SVILUPPO
«L'attività si allarga, da due le stanze aumentano e c'era anche la pompa di benzina Shell - ricorda la 87enne-. Negli anni Sessanta abbiamo iniziato anche con l'albergo. Per un periodo c'è stata anche la gestione del cuoco Beppe Sello di Cortina, che ha creato di fatto l'hotel». Nel frattempo Adua non si ferma e per un periodo ha gestito anche l'albergo Focobon a Falcade. Ma la sua vita è stata sempre al Bolognese, diventato poi solo ristorante e bar. «Le leggi sempre più strette e complicate ci hanno costretto a rinunciare all'albergo», spiega Adua.
LA VENDITA
La storica ristoratrice insieme alle figlie, Arianna e Paola che hanno gestito la struttura negli ultimi anni, sono rimaste al Bolognese fino a poco prima di Natale. Poi quel cartello, ancora oggi appeso alla porta del locale: «Il Bolognese resterà chiuso a malincuore... Ci troverete alla Baia delle Sirene». «Abbiamo venduto ad una società, con dei russi dentro vogliono fare un albergo per le Olimpiadi», spiega Adua. «Non si poteva più andare avanti - conclude - ci hanno chiuso 14 volte la strada statale 51, negli ultimi anni è stato difficile». L'auspicio è che la nuova società riapra quanto prima. «Le licenze sono sospese - spiegano le proprietarie - e volendo potrebbero avviare subito l'attività e iniziare».
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Il Gazzettino