Seicento animali sotto un metro di neve, l'allevatore: «La Regione ci aiuti»

Seicento animali sotto un metro di neve, l'allevatore: «La Regione ci aiuti»
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ALPAGO - Pecore, cavalli, mucche, asini: seicento animali sotto un'autentica tormenta di neve. Sembra lo scenario tratto da un racconto apocalittico. E invece è la realtà vissuta da Franco Pianon e dalla moglie Illari, proprietari di un'azienda agricola nella parte alta dell'Alpago, fra Tambre e Chies (con particolare riferimento alla frazione di Cate). Una zona particolarmente colpita dalla recente ondata di maltempo: «Viviamo una situazione di grande emergenza - racconta Pianon -. Ora il quadro è migliorato, ma abbiamo lavorato fino alle 11 di questa mattina (ieri per chi legge, ndr) per salvare i nostri animali e portare loro del fieno».

LO SCENARIO
Alla fine, i coniugi sono riusciti a salvare tutti i capi, grazie anche all'aiuto di cinque pastori: «Una parte dei nostri animali è stata trasferita a bassa quota. È stata dura, davvero dura. E quello che ci rammarica maggiormente è il fatto che non avessimo ricevuto alcun tipo di allerta meteo. Non solo: a tutt'oggi, con noi, non si è fatto vivo nessuno, a parte le amministrazioni locali. Alle quali va il nostro sincero ringraziamento». L'azienda fa leva su due strutture: una in territorio di Chies, l'altra di Tambre. «Spero che qualcuno, a livello istituzionale, si degni di dare un segnale. Perché i problemi non sono finiti. Avremmo anche salvato i nostri capi, però i danni non mancano. A cominciare dalle recinzioni, passando poi per il fieno. Che è finito e va acquistato: solo così possiamo sfamare gli animali».

LA REGIONE

Pianon chiama in causa soprattutto la Regione: «La montagna interessa ben poco, questa è la verità. Quando arriva una grandinata sulle colline del Prosecco, ne parla chiunque. E subito, mentre una nevicata di questo tipo non richiama particolari attenzioni da parte della Regione. Così, però, è difficile andare avanti». Sono state giornate e nottate difficilissime per molti. Anche per gli amministratori, come testimoniano le parole del sindaco di Chies d'Alpago, Gianluca Dal Borgo: «Un metro di coltre bianca, sopra a quota 1000, lascia senza parole. Una nevicata così, in tardo aprile, non si era mai verificata». Mettere in moto la macchina dei soccorsi non è stata impresa da poco: «Abbiamo raggiunto la zona di Cate con tre mezzi. E ci siamo dovuti attrezzare, montando una lama su un trattore. Lunedì notte poi è arrivata la fresa. E questo ci ha consentito di liberare 3 chilometri di strada. A quel punto, siamo intervenuti pure sulla strada privata di Pianon, visto che non si riusciva a transitare». Nel frattempo, a Chies e Tambre, c'è chi è rimasto senza corrente elettrica per 24 ore: «Era già successo nel marzo 2016, quindi con l'alluvione. E la storia si è ripetuta. Ora chi di dovere ha l'obbligo di mettersi una mano sulla coscienza: serve urgentemente la manutenzione delle fasce di rispetto in cui passano le linee elettriche. O i disagi per famiglie e commercianti rischiano di essere insostenibili. Ringrazio i tecnici dell'Enel: nell'emergenza, hanno lavorato in condizioni proibitive».
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Il Gazzettino